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martedì 8 maggio 2012

PRIMERA LIGA ARGENTINA: LA RIVALSA DEI NOSTRI BIDONI...


la Bombonera, casa del Boca Juniors
Il nuovo Maradona, l’ erede di Batistuta, la fotocopia di Hernan Crespo, il clone di Redondo, sono questi alcuni degli epiteti con cui sono sbarcati in Italia alcune promesse del calcio argentino. Promesse che chiaramente non si sono rivelate tali, anche perché gli illustri paragoni si sono platealmente sprecati. Semplici ed onesti mestieranti del pallone a spicchi arrivati nello Stivale come autentici crack e diventati nello spazio di un secondo, purtroppo il calcio concede poche prove d’ appello, dei  veri e propri desaparecidos.
Adesso, come succedeva ai nostri connazionali agli inizi del secolo scorso, questi pseudo fenomeni che vedevano nella nostra serie A la terra promessa, il salto di qualità che gli poteva permettere gloria eterna ed anche quel pizzico di ricchezza che non guasta mai, stanno lentamente tornando al mittente. La figura dell’ emigrante di lusso sbarcato oltre oceano che ritorna mestamente a casa dopo aver fallito l’ occasione della vita calza perfettamente all’ inversione di tendenza che si sta registrando attualmente.
Infatti quasi ogni squadra della Primera Division Argentina può millantare di avere in rosa almeno un giocatore che ha un passato, più o meno glorioso, nella nostra Serie A.
Pablo Ledesma in maglia xeneises
Il Boca Juniors, campione dell’ Apertura 2011 e favorito d’obbligo per il bis nel Clausura, ha affidato il suo centrocampo all’ ex catanese Pablo Ledesma. Il metronomo originario di La Falda, piccolo paese vicino Cordoba, acquistato dal club etneo nel mercato estivo 2008 per circa 3 milioni di euro, purtroppo non è mai riuscito ad imporre le sue qualità, anche a causa dei continui problemi fisici (prima la pubalgia e poi la rottura del crociato), nel calcio europeo e dopo tre stagioni condite da 76 presenze e 4 reti nella città dell’ Elefante (e un valore di mercato che si è nel frattempo dimezzato) ha preferito ritornare nel club che lo aveva lanciato (una Coppa Libertadores vinta ed un gol in finale di Intercontinentale col Milan tra le altre cose) piuttosto di fare ancora il comprimario nel Bel Paese.
Non solo gli Xeneises possono vantarsi di schierare un novello figliol prodigo ma anche gli acerrimi rivali del Velez Sarsfield hanno appena riabbracciato un ragazzo cresciuto nelle giovanili bianco azzurre e ritornato “a casa” dopo aver girato mezzo mondo in cerca di fortuna. Stiamo parlando di Mauro Obolo, soprannominato, non a caso, “Ivan il Terribile” dai tifosi del Belgrano, centravanti visto (ma è un parolone) in Italia con la casacca del Piacenza e rispedito, dopo appena sette apparizioni veramente impalpabili, immediatamente al mittente. Dopo un lungo girovagare tra Argentina (Belgrano, Lanus e Arsenal) e Europa (Burgos) è finalmente esploso nella fredda e glaciale Svezia riuscendo a conquistare un’ Allsvenska League. I miracoli della vita: un figlio della Pampa, nato ad Arroyito, cresciuto a Buenos Aires e rinato in Scandinavia…
El Fortin, il soprannome della formazione del barrio Floresta, potrebbe schierare in questo Clausura una coppia di punteros made in Italy (entrambi infatti hanno il doppio passaporto) perché oltre al già citato Obolo è arrivato nel mercato invernale anche un degno compagno di reparto, un altro attaccante che in Italia ben pochi rimpiangono. Stiamo parlando di Lucas  David Pratto che nella prima parte di questa stagione ha indossato, si fa per dire, la maglia del Genoa. El camello, è chiamato così per la sua inconfondibile gobba, probabilmente non andava molto d’accordo con il Grifone e, nonostante un gol da tre punti contro il Bologna, la sua avventura sotto la Lanterna si è conclusa dopo sei mesi.
Chevanton ai tempi del Lecce
Altra squadra famosa in patria (cinque i titoli conquistati) che si può vantare di annoverare in rosa una nostra ex meteora è il Newell’s Old Boys. Nella squadra di Rosario infatti, da tre anni a questa parte, gioca Diego Mateo Alustiza centrocampista trentaquattrenne con un lungo passato calcistico in Spagna (Santander, Valladolid e Hercules) e con una brevissima apparizione in A. Nel 2000-2001, proveniente proprio dal Newell’s dove aveva trascorso tutte le giovanili, è stato acquistato dal Lecce ma, anche a causa di un brutto infortunio, lascerà una traccia impalpabile di sé. In Salento sicuramente verrà ricordato più per essere entrato nell’ affare Chevanton (poi diventato un idolo al Via del Mare) che per le prodezze sul rettangolo di gioco.
Anche il modesto All Boys, piccola società di un sobborgo della capitale sudamericana, ha riaccolto tra le sue fila uno che in Italia è diventato famoso. Gustavo Bartlet (che in questa stagione non è mai sceso in campo) sicuramente non verrà ricordato per le prodezze in campo (15 presenze e neanche un gol per un attaccante pagato 13 miliardi di lire dalla Roma di Sensi) ma per lo scandalo dei passaporti falsi. Fermo due anni per la triste vicenda che coinvolse tra gli altri anche Cafù e Recoba (ricordiamo che alla fine Baldini, dirigente della Roma, e lo pseudo erede di Caniggia furono assolti in appello), dopo essersi liberato dal contratto coi capitolini ritornò in patria dove continuò questo lungo e inesorabile declino (in sette anni, inframezzati da periodi di pausa dal calcio giocato, ben due le reti siglate!!!).   
Andujar, saracinesca dell' Estudiantes
Nell’ Arsenal di Sarandi milita invece Guillermo Burdisso, fratello minore del ben più noto Nicolas, che nel 2010-11 (dopo un ottima stagione con il Rosario Central) era tesserato, due le sue presenze, con la Roma di Totti e De Rossi. Con i colori celeste y rojo de “El Viaducto” ha finalmente ritrovato un posto da titolare con la speranza, un giorno non troppo lontano, di provare di nuovo ad emulare le gesta del suo famoso parente. L’ Union de Santa Fè ha invece appena riacquistato, proveniente dall’ Olimpo de Bahia Blanca, il talentuoso Matias Donnet, un passato non troppo glorioso con il Venezia di Zamparini, una Coppa Intercontinentale vinta con il Boca ai danni del Milan (con un suo gol in finale) e un legame indissolubile con i Tatengues (l’ Union) visto che la sua carriera da professionista era iniziata proprio con i colori bianco-rossi addosso.
L’ Independiente, il club detentore del record di Coppe Libertadores vinte con 7, una delle squadre più famose dell’ intero Sud America può vantarsi di avere ripreso due bidoni da Serie A, più il fratello del Principe Milito, micidiale puntero dell’ Inter. I due bidoni sono Carlos Matheu, difensore in forza al Cagliari nel 2008-09, scappato (a causa di inspiegabili motivi personali) letteralmente dalla Sardegna dopo una sola stagione e ritornato immediatamente con quei Diablos Rojos con cui era cresciuto fin da ragazzo e El Tecla (il tasto) Ernesto Farias, bomber di razza in patria (più di 150 gol realizzati in Argentina) e fantasma con la divisa del Palermo (solo 2 reti in Coppa Italia in metà stagione).
un intervento di Maximiliano Pellegrino
Doppietta di ex anche per il Colon di Santa Fè che, oltre all’ allenatore Nestor Sensini (17 stagioni da giocatore in Italia), annoverano Maximiliano Pellegrino, quattro anni da noi tra Atalanta e Cesena, e Javier Ernesto Chevanton indimenticato bomber del Lecce di Delio Rossi (tutt’ora detiene il record di gol con la maglia giallorossa) e con una fugace apparizione anche all’ Atalanta.
Il San Lorenzo de Almagro, altro storico club argentino, ha come perno difensivo quel Jonathan Bottinelli visto per poco più di sei mesi con la maglia blucerchiata della Samp (in quel periodo anche un gol decisivo in Europa League) e rispedito nel mercato invernale proprio al Ciclon per problemi di adattamento. Da comparsa del Marassi a idolo del Nuevo Gasometro…gli strani casi della vita.
L’ Estudiantes di La Plata, dopo aver permesso al vecchio e logoro Juan Sebastian Veron di svernare dopo una lunga carriera europea, ha da poco ingaggiato il secondo portiere della nazionale e fino a qualche mese fa titolare della porta del Catania Mariano Andujar, scappato a dicembre dalla Sicilia per fare ritorno in patria.
Altre vecchie conoscenze dei nostri campi sono: lo sconosciuto Manuel Pablo Garcia, attaccante del San Martin de San Juan visto da noi con il Riccione, il Matera e il Campobasso. Il portiere Sebastian Saja, un lontano passato nel Brescia, e l’ ex livornese Gaston Cellerino militano nel Racing di Avellaneda; l’ ex barese Mariano Donda invece ha appena abbandonato il Godoy Cruz per trasferirsi alla corte di Maradona in Arabia.
l' ex catanese Ezequiel Carboni
Da libro cuore invece la storia di Ezequiel Carboni. Dopo un triennio con il Catania, club più che avvezzo all’ acquisto di sudamericani, nel luglio 2011 si svincola dal club e firma un contratto con il Banfield. L’ avventura con El Taladro (il soprannome con cui è conosciuto il club) termina però in maniera alquanto rocambolesca. Nel gennaio di quest’ anno, dopo essere stato fotografato con il figlio a comprare nello store ufficiale del Lanus (squadra storicamente odiata dai tifosi bianco-verdi), a causa delle minacce degli ultras è costretto a rescindere il suo contratto e a intraprendere una nuova carriera, quella di allenatore proprio nelle giovani del Lanus, il club che lo aveva visto crescere.
la gioia di Camoranesi e Trezeguet
Tra i numerosi giocatori citati non possono mancare due personaggi che hanno fatto la storia del calcio mondiale, italiano e soprattutto juventino. Due ex campioni del mondo (uno con l’ Italia e l’ altro con la Francia) che hanno preferito tornare a casa  per terminare una carriera ricca di successi. Mauro German Camoranesi, otto anni sotto la Mole, 55 presenze in Nazionale e protagonista assoluto ai Mondiali 2006 è sbarcato in quel di Lanus per riavvicinarsi a casa e cercar di portare El Granate ad uno storico bis dopo la vittoria nell’ Apertura 2007. David Trezeguet, capocannoniere straniero all time della Juventus, un Mondiale e un Europeo con la nazionale transalpina è voluto tornare sul Mar de la Plata per compiere l’ ultima impresa di una carriera eccezionale, riportare in prima divisone il retrocesso River Plate (la squadra più blasonata d’ America) a suon di gol… 




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