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martedì 16 dicembre 2014

Brescia Calcio: il declino delle Rondinelle...

Che bei ricordi quelli di Roby Baggio, di Pep Guardiola, del bisonte Dario Hubner e dell’irascibile Carletto Mazzone (indelebile la sua corsa sotto la curva atalantina durante un derby di fuoco contro l’ Atalanta) che portarono gioie e lustro alla Leonessa, il settimo posto finale nella serie A 2000/01 ne è la riprova, oppure la giornata indimenticabile che fece vivere il buon Matteo Serafini da Calvisano contro la corazzata Juventus nella serie B 2006/07 ai tifosi presenti al Rigamonti. Tornando indietro ancora nel tempo come dimenticare la vittoria nel torneo angolo-italiano contro il Notts County firmata Ambrosetti, l’ epoca dei rumeni (da Lucescu a Sabau finendo con il più famoso di tutti quel George Hagi che probabilmente, dopo Baggio, è stato il più grande calciatore della storia bianco blu),o quella dei mostri sacri come Virginio De Paoli o Egidio Salvi, verrebbe da dire…bei tempi.

Per una squadra che ha raggiunto da poco i cent’anni (1911 l’ anno di fondazione) e che vanta il record di partecipazioni in serie B (ben 57) le vicissitudini di questi ultimi tempi stanno offuscando la storia gloriosa delle Rondinelle. La gestione delle ultime stagioni sta rasentando il ridicolo, la famiglia Corioni ha finito pian piano i soldi, se mai li ha avuti, il buon Gino per anni e anni ha preteso cifre astronomiche per cedere la società e alla fine è stato allontanato in malo modo dai vertici dell’ unico sponsor rimasto (Ubi Banca). Negli ultimi tempi si sono avvicinati alla società personaggi alquanto loschi: da tale John Visendi al pakistano Kadir Sheikh Abdul al manager Sagramola ma i loro tentativi di acquistare il club sono svaniti nel nulla come una bolla di sapone mentre per quanto riguarda la gestione sportiva è meglio lasciar perdere perché a far le nozze coi fichi secchi non tutti son capaci.
La situazione di Ivo Iaconi, uno che in carriera ha fatto più danni che altro e che tante volte è stato portato in panchina dal fratello direttore sportivo, è l’emblema di quanto è caduto in basso il Brescia calcio. Un allenatore che è subentrato a due gestioni a dir poco deludenti come quelle di Giampaolo (si proprio quello del caso da “Chi l’ha visto”) e di Bergodi ma che probabilmente sta facendo ancora peggio dei suoi predecessori. Il problema è che non essendoci neppure un euro per poter mettere a libro paga qualcun altro il teramano deve rimanere, volente o nolente, sulla panchina bresciana. Ultime indiscrezioni danno però come ufficiale l'allontanamento del tecnico a favore del giovane Ivan Javorcic, da qualche anno alla guida della Primavera, sperando che l' ex promessa croata, carriera mai decollata a causa di continui problemi fisici, possa regalare un po' di serenità in più verso questo grigio e triste Natale biancazzurro.

La squadra, guardando il livello generale della categoria, tutto sommato non sarebbe neanche così scandalosa e all’ orizzonte qualche giovane di valore, con cui far cassa, si sta facendo vedere. La soluzione che tutti ci auspichiamo è quella di vedere una nuova solida proprietà, ma perché non pensare al carpenedolese Tommaso Ghirardi, appena andatosene dal Parma o al lonatese Giuseppe Pasini, proprietario della Feralpi Salò?Imprenditori di successo, personaggi nel mondo del pallone da parecchi anni e che a più riprese si sono espressi favorevolmente al ritorno del Brescia dove gli spetta di diritto.

Ormai la penalizzazione, almeno di 6 punti, arriverà e bisognerebbe cercare di salvare il salvabile in questa stagione per poi iniziare a progettare un futuro più roseo. Le Rondinelle dovrebbero tornare quella fucina di talenti che è stata in passato. Da Evaristo Beccalossi a Spillo Altobelli passando per Andrea Pirlo, Roberto Baronio, Marek Hamsik e Nicola Leali tantissimi protagonisti degli ultimi 30 anni del calcio italiano sono passati dalle giovanili del Brescia.Speriamo che il periodo nero passi presto perchè una città come Brescia merita di tornare dove gli spetta.