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venerdì 27 gennaio 2012

INDIA PREMIER LEAGUE: IL CALCIO EMIGRA SEMPRE PIU’ A EST……


In principio fu Salvatore Schillaci, famoso ai posteri per essere stato il capocannoniere di Italia ’90, ad emigrare dall’ Italia nell’ allora sconosciuto campionato giapponese per indossare la casacca degli Jubilo Iwata. Per Totò-gol tre anni ricchi di soddisfazioni, diventa anche capocannoniere del campionato, conditi con una J. League vinta e una vagonata di yen finiti nelle sue tasche.
Il Sol Levante, diventato poi meta per sedicenti campioni soprattutto brasiliani, però non vedrà più nessun italiano vestire la casacca di un club del campionato nipponico anche se, a più riprese, il Divin Codino Roberto Baggio fu tentato, visto il suo status di semi-dio per i giapponesi, a intraprendere quest’ avventura senza però esserne mai pienamente convinto.
Se nella terra del Monte Fuji abbiamo avuto un solo emigrante, nell’ immensa Repubblica Popolare Cinese sono stati invece due i professionisti che hanno tentato l’ avventura. Il primo, nel gennaio 2009, è stato l’ attuale presidente dell’ AIC Damiano Tommasi che, dopo una vita con i colori giallorossi della Roma, ha vissuto un intensa esperienza con la maglia del Tianjin Teda Football Club terminando questa splendida favola nel paese più popoloso al mondo con ben 29 presenze e anche 2 reti (una in campionato e un'altra nella Champions League Asiatica). Il secondo e per ora ultimo connazionale sbarcato nella Chinese Super League è l’ ex laziale Fabio Firmani che dal febbraio 2011, rescisso il contratto con la società di Lotito, è sbarcato “sulla Grande Muraglia” per vestire la maglia degli Shaanxi Chanba. Come nel campionato locale di basket anche in quello di calcio gli investimenti si fanno sempre più ingenti infatti nella Lega è appena sbarcato anche l’ ex campione del Mondo ’98 Nicolas Anelka che percepirà dalla sua squadra, gli Shangai Shenuhua la bellezza di circa 10 milioni di dollari annui e anche l’ argentino Dario Conca (ex River Plate), campione l’ anno scorso con i Guangzhou, è annoverato nella lista dei calciatori più pagati al mondo. 

Beccaria con la maglia del Bali
La folta colonia di italiani all’ estero però si spinge ancora più in là visto che due nostri calciatori, proprio negli ultimi mesi, sono andati a svernare addirittura nel campionato indonesiano. Il primo, Raffaele Simone Quinteri, dopo una vita passata a barcamenarsi tra Lega Pro (Igea Virtus e Catanzaro) e calcio dilettantistico, tramite un contatto sul noto social network Facebook, è approdato al Semarang Utd club della seconda città più popolosa dell’ Indonesia; mentre il secondo, l’ attaccante mantovano Alessandro Beccaria, è stato appena presentato alla stampa locale con la sua nuova casacca, quella della squadra di Bali. Sicuramente una drastica scelta di vita ma piuttosto di una vita di precariato nelle nostre serie minori meglio una carriera da idolo, autista personale ottimo stipendio e una nutrito numero di tifosi in visibilio ad ogni tocco di palla, in uno degli stati più belli del pianeta terra.
Giappone, Cina e Indonesia però non sono gli unici posti  dell’ Asia in cui potremo ammirare un calciatore italiano, fra pochissimo tempo infatti debutterà in un campionato del tutto nuovo un giocatore conosciuto in tutto il mondo. L’ ex capitano della nazionale azzurra campione del mondo a Germania ’06 e pallone d’ oro nello stesso anno Fabio Cannavaro, dopo una breve esperienza dorata in Dubai, infatti è pronto a scendere in campo nella Premier League Indiana. Una novità assoluta voluta fortemente dalla Indian Football Association e da una società di eventi locale che, per promuovere il calcio nel secondo paese più popoloso del mondo, hanno organizzato questa superlega. Il campionato sarà composto da sei compagini che saranno impegnate in dieci giornate di competizione da svolgersi tra gennaio e marzo. Le squadre, come negli sport americani, sono come dei “marchi” messi in vendita tra le società investitrici interessate. Per aumentarne l’ appeal e l’ interesse internazionale (vendita dei diritti televisivi in Europa e ricerca di sponsor internazionali) le sei squadre saranno guidate da tecnici stranieri ed ognuna di essere potrà annoverare nelle sue fila un campione conosciuto a livello planetario. I sei tecnici scelti sono: Peter Reid, ex giocatore di Bolton e Everton e mister del Manchester City, del Sunderland e anche della nazionale thailandese (ora affidata a sir Bryan Robson); l’ ex bandiera di Watford e Liverpool John Barnes (ben 79 presenze nella nazionale inglese) uno dei pochi giocatori al mondo ad aver un videogioco intitolato a suo nome (John Barnes European Football ispirato a Euro ’92); il nigeriano Samson Siasia visto in Europa negli anno ’90 con le maglie di Lokeren e Nantes e poi selezionatore della nazionale africana under 20 (con le Aquile ha conquistato un secondo posto ai mondiali giovanili del 2005, in campo c’era il milanista Taiwo, dietro l’ inarrivabile Argentina di Leo Messi) ed anche, per un breve periodo, della nazionale maggiore; il boliviano Marco Etcheverrey, un giramondo del pallone con esperienze in Usa, Cile e Colombia; l’ inglese Colin Todd, vincitore , da giocatore, di due campionati con il Derby Country ed ex allenatore di Bradford, Randers e Darlington; il canadese Teitur Thodarson, ex Vancouver Whitecaps e lo slovacco Milos Rus. 
Cannavaro con la maglia azzurra e la Coppa del Mondo

I calciatori che hanno aderito all’ iniziativa sono, oltre all’ ex bandiera della Juventus Cannavaro: l’ argentino Juan Pablo Sorin, un passato in Italia con la Juve di Lippi e la Lazio di Mancini e in Spagna con Barcellona e Villareal; il connazionale Hernan Crespo (che non ha ancora sciolto del tutto gli indugi) bomber di razza che ha indossato, in Italia, le maglie di Parma (suo club attuale), Lazio, Inter e Milan; il nigeriano Jay Jay Okocha, inserito dalla Fifa nei 100 giocatori di più forti di tutti i tempi, protagonista con la sua nazionale ai mondiali del ’94, ’98 e 2002 e ammirato in Europa con il Paris Saint-Germain e il Bolton; il francese Robert Pires una vita passata nell’ Arsenal di Arsen Wenger e una coppa del mondo vinta nel 1998; l’ inglese Robbie Fowler, bandiera del Liverpool (quarto marcatore di tutti i tempi in Premier League) e diventato famoso per i suoi litigi con gli allenatori (con i Three Lions ha vissuto infatti un rapporto di amore e odio indossando la divisa della nazionale solo in 26 occasioni) e per i suoi investimenti extracalcistici (tra le altre cose è proprietario, insieme all’ ex compagno McManaman, di una scuderia di cavalli) che lo hanno reso il terzo calciatore britannico più ricco.

L’ agonismo e il gioco, oltre a questi ex campioni ogni squadra potrà tesserare solamente altri quattro giocatori stranieri, sicuramente non saranno quelli dei nostri campionati ma nel Bengala Occidentale, una regione che ha oltre novanta milioni di abitanti e dove si svolgeranno tutte le gare della Premier League, l’ interesse verso questo sport è in costante crescita (in India infatti sono approdati in tournee anche il Bayern Monaco e il Blackbourn Rovers) e magari, nel giro di qualche anno, il gioco più popolare del mondo potrà soverchiare le gerarchie interne dell’ ex colonia inglese dove uno sport come il cricket la fa ancora da padrone.
il Bayer impegnato a Nuova Dehli in amichevole con la nazionale Indiana

mercoledì 25 gennaio 2012

WSOP 2011: TRIONFO TEUTONICO AL MAIN EVENT, BRILLANO ANCHE PHIL HELLMUTH E BEN LAMB

6865 iscritti per un price pool di 64 milioni di dollari e un primo premio di “soli” 8 milioni e 700 mila dollari, questi in breve termine i numeri più significativi del main event delle Word Series of Poker 2011. La composizione dei famigerati “November Nine”, i nove componenti del tavolo finale dell’ evento principe, non era mai stata cosi eterogenea: solo 3 infatti gli americani a cui si sono aggiunti un inglese (Sam Holden nonostante sia il primo eliminato si è consolato vincendo un incredibile jackpot da 5,4 milioni di dollari alle slot machines), un ucraino, un cittadino del Belize, un irlandese, un ceco ed un tedesco. Dopo ore e ore di contesa sul tavolo verde alla fine è riuscito a spuntarla, al termine di un bellissimo heads up, il giovanissimo Pius Heinz, ventunenne di Odendorf vicino Bonn, sull’ esperienza del ceco Martin Strazko. Partito molto indietro nel testa a testa finale (117 a 88 milioni di fiches per il cittadino dell’ est europa) Heinz in due mani è riuscito a ribaltare l’ andamento dell’ incontro e ad esultare dopo che il suo A-K tiene il colpo sul 10-7 dell’ avversario nell’ ultima mano di questo lunghissimo ed estenuante torneo. 
Pius Heinz in trionfo dopo aver vinto il titolo

Ma il tedesco non è l’ unico che può esultare in questa edizione delle Word Series. Nei 58 eventi (da maggio a novembre) ci sono stati ben 58 vincitori differenti e gli unici due che hanno potuto aumentare la loro collezione di braccialetti sono stati lo statunitense Jason Mercier (primo nell’ evento 35 di pot limit omaha) ora a quota due e il sempreverde John Juanda (vincitore nell’ evento 16 di draw lowball) che con questa ennesima vittoria raggiunge quota 5 titoli Wsop.
Come sempre gli Stati Uniti d’ America la fanno da padroni e conquistano ben 44 tornei mentre gli “odiati” cugini canadesi portano a casa 4 titoli. I restanti 11 sbarcano invece nel vecchio continente dove la regina è la Francia con 3 braccialetti (uno del famosissimo Bertrand Elky Grospellier) seguita da Inghilterra, Ucraina e Russia che ne portano a casa due. Svezia e Germania si devono accontentare di un solo alloro ma i teutonici hanno conquistato quello più prestigioso. Complessivamente gli USA escono rafforzati da questa edizione delle Wsop perché, anche se per il secondo anno consecutivo non vincono il main event, ridimensionano le ambizioni degli “invasori” conquistando 5 trofei in più rispetto all’ edizione 2010.
Annata da dimenticare invece per  i colori italiani, il nostro tricolore non sventola mai e nonostante grandi ambizioni, dopo l’ incredibile quarto posto del sardo Filippo Candio al main della scorsa edizione, e un nutrito esercito di appassionati e di professionisti ci si deve “accontentare” di un quinto posto al pot limit omaha championship di Dario Alioto (campione del mondo in questa specialità nel 2007) e di un nono posto da parte del pirata Max Pescatori (l’ altro nostro braccialettato) all’ evento 37, quello di H.O.R.S.E vinto dal transalpino Fabrice Soulier. Al main event il migliore dei nostri è Massimiliano Martinez, vincitore del format “The Big Game” e del passaporto per il Napt (North American Poker Tour), che è uscito in cento decima posizione.
Giocatore dell’ anno è risultato Ben Lamb di Tulsa in Oklahoma.  Il giovane professionista ha infatti inanellato una serie incredibile di risultati: primo al pot limith omaha championship, secondo all’ evento 31 sempre di omaha, terzo al main, ottavo nell’ evento 55 e dodicesimo nel 10000 no limit holdem six handed per un guadagno totale di più di 5 milioni di dollari.
Ben Lamb il giocatore dell' anno alle Wsop

Il poker però non premia solo gli emergenti o i più fortunati infatti il 2011 è l’ anno che segna il ritorno sulla scena del mitico Phil Hellmuth. “The poker brat” o “mister undici braccialetti”, questi i suoi soprannomi, è riuscito ad andare per ben sei volte a premio conquistando anche tre ottimi secondi posti (anche se per uno che vuole solo vincere il secondo è solo il primo degli sconfitti) arrivando quindi vicinissimo in più occasioni all’ ambitissimo dodicesimo titolo, una vittoria che lo avrebbe ancora una volta portato nell’ Olimpo dei più grandi di sempre in questo sport. Se il buon Phil può dirsi soddisfatto, l’ omonimo che di cognome fa Ivey, considerato dalla maggior parte degli esperti il più forte giocatore al mondo, invece non è riuscito nemmeno una volta ad andare a premio allontanando ancora il suo ambizioso progetto di trionfare al main (per ben due volte è riuscito ad andare al tavolo finale ma senza mai trionfare).
Adesso bisognerà aspettare la prossima primavera e il sogno di trionfare alla Wsop porterà a Las Vegas migliaia di appassionati sperando che sia la volta buona di vedere il tricolore risplendere nel cielo e un nostro connazionale con al polso il mitico braccialetto di platino….
Phil Hellmuth con la sua collezione di braccialetti