Che bei ricordi quelli di Roby
Baggio, di Pep Guardiola, del bisonte Dario Hubner e dell’irascibile Carletto
Mazzone (indelebile la sua corsa sotto la curva atalantina durante un derby di
fuoco contro l’ Atalanta) che portarono gioie e lustro alla Leonessa, il
settimo posto finale nella serie A 2000/01 ne è la riprova, oppure la giornata
indimenticabile che fece vivere il buon Matteo Serafini da Calvisano contro la
corazzata Juventus nella serie B 2006/07 ai tifosi presenti al Rigamonti.
Tornando indietro ancora nel tempo come dimenticare la vittoria nel torneo
angolo-italiano contro il Notts County firmata Ambrosetti, l’ epoca dei rumeni
(da Lucescu a Sabau finendo con il più famoso di tutti quel George Hagi che
probabilmente, dopo Baggio, è stato il più grande calciatore della storia
bianco blu),o quella dei mostri sacri come Virginio De Paoli o Egidio Salvi,
verrebbe da dire…bei tempi.
Per una squadra che ha raggiunto
da poco i cent’anni (1911 l’ anno di fondazione) e che vanta il record di
partecipazioni in serie B (ben 57) le vicissitudini di questi ultimi tempi
stanno offuscando la storia gloriosa delle Rondinelle. La gestione delle ultime
stagioni sta rasentando il ridicolo, la famiglia Corioni ha finito pian piano i
soldi, se mai li ha avuti, il buon Gino per anni e anni ha preteso cifre
astronomiche per cedere la società e alla fine è stato allontanato in malo modo
dai vertici dell’ unico sponsor rimasto (Ubi Banca). Negli ultimi tempi si sono
avvicinati alla società personaggi alquanto loschi: da tale John Visendi al
pakistano Kadir Sheikh Abdul al manager Sagramola ma i loro tentativi di
acquistare il club sono svaniti nel nulla come una bolla di sapone mentre per
quanto riguarda la gestione sportiva è meglio lasciar perdere perché a far le
nozze coi fichi secchi non tutti son capaci.
La situazione di Ivo Iaconi, uno
che in carriera ha fatto più danni che altro e che tante volte è stato portato
in panchina dal fratello direttore sportivo, è l’emblema di quanto è caduto in
basso il Brescia calcio. Un allenatore che è subentrato a due gestioni a dir
poco deludenti come quelle di Giampaolo (si proprio quello del caso da “Chi
l’ha visto”) e di Bergodi ma che probabilmente sta facendo ancora peggio dei
suoi predecessori. Il problema è che non essendoci neppure un euro per poter
mettere a libro paga qualcun altro il teramano deve rimanere, volente o
nolente, sulla panchina bresciana. Ultime indiscrezioni danno però come ufficiale l'allontanamento del tecnico a favore del giovane Ivan Javorcic, da qualche anno alla guida della Primavera, sperando che l' ex promessa croata, carriera mai decollata a causa di continui problemi fisici, possa regalare un po' di serenità in più verso questo grigio e triste Natale biancazzurro.
La squadra, guardando il livello
generale della categoria, tutto sommato non sarebbe neanche così scandalosa e
all’ orizzonte qualche giovane di valore, con cui far cassa, si sta facendo
vedere. La soluzione che tutti ci auspichiamo è quella di vedere una nuova
solida proprietà, ma perché non pensare al carpenedolese Tommaso Ghirardi,
appena andatosene dal Parma o al lonatese Giuseppe Pasini, proprietario della
Feralpi Salò?Imprenditori di successo, personaggi nel mondo del pallone da
parecchi anni e che a più riprese si sono espressi favorevolmente al ritorno
del Brescia dove gli spetta di diritto.
Ormai la penalizzazione, almeno
di 6 punti, arriverà e bisognerebbe cercare di salvare il salvabile in questa
stagione per poi iniziare a progettare un futuro più roseo. Le Rondinelle
dovrebbero tornare quella fucina di talenti che è stata in passato. Da Evaristo
Beccalossi a Spillo Altobelli passando per Andrea Pirlo, Roberto Baronio, Marek
Hamsik e Nicola Leali tantissimi protagonisti degli ultimi 30 anni del calcio
italiano sono passati dalle giovanili del Brescia.Speriamo che il periodo nero passi presto perchè una città come Brescia merita di tornare dove gli spetta.
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