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mercoledì 31 ottobre 2012

NBA: THE SHOW ARE COMING



Southeast
Atlanta Hawks la perdita di Joe Johnson è un duro colpo per le ambizioni di gloria dei georgiani ma un enorme guadagno per il salary cap degli uomini di Danny Ferry (presidente dal giugno 2012). L’ ala piccola di Little Rock, per 7 anni stella indiscussa della Philips Arena, è stata sostituita da Devin Harris (eterna promessa ma mai esploso definitivamente) e da Louis Williams proveniente dai 76ers. Anthony Morrow,  DeShawn Stevenson e Kyle Korver completano un reparto di esterni assai completo ma con pochi punti nelle mani.  Al Horford, il sempreverde Zaza Pachulia e il francese Petro sotto le plance sono ben poca roba per competere ad alti livelli ma se l’ ormai veterano Josh Smith dovesse ripetere i numeri della passata stagione (18.1 punti di media) per i ragazzi di Larry Drew (ex giocatore della Vis Pesaro a fine anni ’80) un posto tra le magnifiche otto dovrebbe essere sicuro.
Charlotte Bobcats probabilmente una delle peggiori franchigie della storia di questo sport. Fare peggio dell’ anno passato (7 vittorie e 59 sconfitte) vorrebbe dire sfiorare la fatidica quota 0, sicuramente non ci andranno lontano ma speriamo che riescano a limitare le figuracce (Michael Jordan come atleta resterà il più forte di sempre ma come presidente…). La seconda scelta assoluta Michael Kidd-Gilchrist da Kentucky è la stella di una squadra che può contare su Ben Gordon, ormai logoro ed in parabola discendente,  su Ramon Session, bocciato clamorosamente dai Lakers, e su poco altro. Per coach Micke Dunlap (alla prima esperienza come head coach) cavare ragni da un buco con giocatori come Biyombo, Desagana Diop, Brendan Haywood e compagnia sarebbe come trovare il santo graal…auguri!!!
Miami Heat Lebron James, Dwyane Wade, Chris Bosh e Ray Allen…basterebbero questi quattro nomi per rappresentare i campioni in carica. Difficilmente vorranno privarsi dell’ anello per darlo agli odiati nemici dei Lakers e sicuramente hanno tutte le carte in regola per provare uno splendido bis. Ai big three (Wade-James-Bosh)sono stati aggiunti un campione assoluto come Ray Allen e un eccellente tiratore come l’ ex Orlando Rashard Lewis. “He got Game”, 2561 canestri da 3 in carriera, è quel giocatore che, entrando dalla panchina, potrà prendersi responsabilità di tiro togliendo la pressione dalle mani di “The Chosen One”  e regalando cosi a coach Spoelstra  nuove alternative per arrivare a canestro. Due le incognite de “El Heat”: la prima le precarie condizioni fisiche dei suoi campioni e la seconda un reparto lunghi (anche se Il Prescelto può giocare anche da centro) non eccelso. I vari Joel Anthony, Mike Miller, Udonis Haslem e Dexter Pittman non sono fulmini di guerra e compensano con la grinta e l’attenzione difensiva lacune d’attacco significative. Senza incidenti di percorso non dovrebbero aver problemi per vincere agevolmente la propria metà di tabellone, Derrek Rose permettendo…
Orlando Magic la perdita di un campione come Dwight Howard è difficile da digerire per chiunque figuriamoci per una compagine che oltre a Superman non aveva molto da offrire. Quest’anno tutto ruoterà sulle spalle, tra l’ altro non molto sicure, di Jameer Nelson potenziale da campione ma troppo discontinuo. Nell’ intricatissima trade che ha portato Howard ai Lakers sono arrivati, via Denver, Al Harrington, Arron Afflalo e l’ ex Philadelphia Vucevic mentre ha lasciato la Florida Quentin Richardson, diventato free agent dopo aver totalmente deluso il pubblico dell’ Amway Center. Resta da capire se questo sarà l’ anno della consacrazione per Glen Davis e JJ Reddik o se veleggeranno verso la mediocrità lasciando andare alla deriva una squadra comunque, nel complesso, male assortita…
Washington Wizard fare i play-off sarebbe un autentica chimera, fare meglio della stagione passata (20 vittorie-46 sconfitte) è l’ obbiettivo minimo per evitare queste continue brutte figure. John Wall, ex prima scelta al draft 2010, sembra finalmente pronto per vestire i panni di leader e migliorare ulteriormente le sue già buone statistiche. Accanto al talento di Kentucky ecco Bradley Beal, terza scelta al draft di quest’anno, insieme a Trevor Ariza, giocatore con tanti punti nelle mani. Interessante anche la coppia sotto canestre formata dal brasiliano Nenè e dall’ eterna promessa Emeka Okafor (probabilmente è realmente scarso visto che sono 8 anni che gira franchigie Nba). La qualità della panchina è veramente poca (Jordan Crawford, Martell Webster e poco altro) e con sette/otto giocatori decenti nel rooster non si va lontano…

martedì 30 ottobre 2012

NBA: THE SHOW ARE COMING



Central:

Chicago Bulls da quasi favoriti per vincere il titolo 2012, miglior record prima dei play-off, all’ eliminazione al primo turno e tutto nello spazio di un secondo, quel secondo fatale al ginocchio della loro stella Derrik Rose. Un crack che ha distrutto i legamenti dell’ ex leader dei Memphis Tigers e che probabilmente distruggerà, anche per quest’ anno, i sogni di gloria dei leggendari Bulls. Senza Rose per un periodo di tempo ancora indeterminato, la squadra di coach Thibodeau perde almeno il 70% della sua efficacia e se la post season dovrebbe comunque arrivare, per tornare ai tempi felici di Jordan e compagni bisognerà aspettare il pieno recupero fisico del Mvp della stagione 2010/11.
Quintetto pressoché invariato con la conferma di Boozer, Deng, Noah e Hamilton, i cambiamenti sono avvenuti  invece a livello di panchina dove il rooster è stato ulteriormente allungato. Tra i numerosi volti nuovi potrebbero diventare pedine importanti per lo scacchiere dei Tori il nostro Marco Belinelli (alla quarta squadra Nba), lo specialista dei tiri da tre Kirk Hinrich (tornato finalmente a casa dopo due anni di lontananza), il play tascabile Nate Robinson e l’ ex Lakers Vladimir Radmanovic. Se Rose tornerà in piena efficienza verso marzo/aprile ne vedremo  delle belle e la leadership indiscussa di Miami potrebbe anche essere messa in discussione.
Cleveland Cavaliers probabilmente la squadra materasso dell’ intera Lega. 40 vittorie e 108 sconfitte nell’ era post Lebron già la dicono lunga sulle potenzialità di questa squadra che, dall’ addio del suo campione, sembra essere entrata in un tunnel negativo senza fine. Quest’ anno la squadra è giovanissima, quasi la metà dei giocatori sotto contratto sono infatti rookie o sophomore con i soli Walton, Varejao e CJ Miles a far da chiocce a un gruppo di autentici ragazzini. Kyrie Irving, prima scelta al draft dell’ anno scorso e rookie of the year, insieme al prodotto di Syracuse Dion Waiters e all’ ex North Carolina University Tyler Zeller (scelti quest’anno al draft al numero 4 e 17) dovranno dare linfa vitale ad una squadra destinata a togliersi ben poche soddisfazioni.
Detroit Pistons  sembra passati secoli dal quel 2004 quando i Pistons di Hamilton, di Sheed e Ben Wallace e di Billups vinsero il terzo titolo della storia della franchigia demolendo in finale i Laker di Kobe Bryant. Di quella squadra, capitanata da un guru della panchina come Larry Brown, è rimasto il solo Tayshaun Prince che ora ha il compito di essere il punto di riferimento per i giovani compagni. Jason Maxiell, Charlie Villanueva, Rodney Stuckey e l’ ultima arrivato Corey Maggette (scambiato con il deludente Ben Gordon) costituiscono la spina dorsale del team del Michigan. L’ arrivo dei rookie Andrè Drummond, Khris Middleton e Kyle Singer garantisce anche quella freschezza e dinamicità che dovrebbero permettere a Detroit di lottare fino all’ ultimo per l’ ottavo posto valevole per l’ accesso ai play-off.
Indiana Pacers  di solito si dice: squadra che vince non si cambia e cosi i Pacers hanno deciso di cambiare poco, anzi pochissimo della formazione che la passata stagione è stata eliminata alle semifinali di conference dai campioni di Miami. Il quintetto con Hill, George, Granger, West e Hibbert è super collaudato ed in più sono arrivati giocatori affidabili come DJ Augustin, Sam Young e Gerald Green. Desta curiosità la possibilità di veder schierati i due fratelli Hansbrough (Tyler ed il neo arrivato Ben) nello stesso istante sul parquet. Team solido e con la concreta possibilità di ritagliarsi sogni di gloria…
Milwaukee Bucks la franchigia del Wisconsin è appoggiata tutta sulle spalle di Brandon Jennings. L’ ex Virtus Roma, che in Europa aveva destato non poche perplessità, oltre oceano è diventato giocatore affermato e viaggia a quasi 17 punti di media in carriera. Accanto al folletto di Compton sta crescendo una squadra giovane e intraprendente. Monta Ellis è realizzatore di prim’ordine, il camerunense Mbah a Moute e il turco Ilyasova sono chiamati a confermarsi dopo la crescita degli ultimi anni mentre sotto le plance sarà interessante vedere i progressi del giovane John Henson (uscito quest’anno da North Carolina) con due chiocce come Drew Gooden e Samuel Dalambert al suo fianco. La sorpresa potrebbe essere costituita da Doron Lamb, protagonista della vittoria Ncaa di Kentucky ma scelto solo con il numero 42, già molto positivo nelle esibizioni di preseason e vera arma in più nello scacchiere tattico di coach Skiles.

lunedì 29 ottobre 2012

NBA: THE SHOW ARE COMING



Finalmente una nuova stagione Nba sta per iniziare, una stagione senza lock out e dove ci potremo gustare la bellezza di 2460 partite (play-off esclusi).  I favoriti sono ancora i Miami Heats di Lebron James ma sia a est che a ovest la concorrenza non mancherà. Boston, New York, Philadelphia e Chicago da una parte, Laker, Clippers, Oklahoma e San Antonio dall’ altra venderanno carissima la pelle per non permettere ai borsiosi e altezzosi campioni di conquistare un secondo titolo consecutivo.
Adesso vediamo division per division come sono cambiati i volti delle 30 formazioni facenti parte della lega più famosa del mondo.
EST
Atlantic :
Boston Celtic i 17 volte campioni Nba anche quest’ anno diranno la loro per le posizioni di vertice, non dovrebbero essere favoriti assoluti ma a est probabilmente sono l’ alternativa numero uno al dominio degli Heat. La spina dorsale della squadra di Doc Rivers (alla nona stagione sulla panchina bianco verde) è costituita ancora dalla triade Garnett-Pierce-Rondo con il doloroso addio di Ray Allen (Candyman infatti è passato agli odiati rivali di Miami) parzialmente colmato dall’ arrivo di un altro veterano come Jason Terry (giocatore con caratteristiche opposte da quelle di “mister tiro da 3”). Altri innesti importanti sono il ritorno all’ attività agonistica di Jeff Green (potenzialmente giocatore in grado di spostare gli equilibri di una squadra) dopo lo stop per l’ aneurisma all’ aorta che l’ aveva fermato l’ anno scorso e gli arrivi di Courtney Lee, discreto passato con le casacche di Orlando, Nets e Houston, e del rookie Jared Sullinger (11 punti e 7 rimbalzi di media in preseason per l’ ex Ohio State).
Brooklyn Nets  per questa franchigia nuova di fiamma, nata dalle ceneri dei New Jersey Nets, la stagione 2012-13 potrebbe essere quella della rinascita. Un buon pacchetto sotto le plance con i vari Reggie Evan, Chris Humprhies e Brook Lopez a farla da padrone, un play eccezionale come Deron Wiliams, due ottimi giocatori come Gerald Wallace (finalmente pronto ad esplodere definitivamente) e Joe Johnson, 6 volte all’ all star game, sul perimetro e una serie di rookies interessanti : Tyshawn Taylor, vice campione Ncaa con Kansas, e l’ ex Caja Laboral Teletovic  quelli già pronti per ritagliarsi minuti importanti. Coach Avery Johnson avrà di che divertirsi e un posto ai play off è ampiamente alla portata.
New York Knicks l’ enigma è sempre lo stesso riusciranno i mitici Knickerbockers a ritornare competitivi per il titolo o vivranno l’ ennesima stagione deludente ed interlocutoria? All’ ex coach di Atlanta Mike Woodson l’ arduo compito di gestire un gruppo ricco di talento ma di difficile amalgama. Naufragato l’ ambizioso progetto Dantoni e liberatisi del fenomeno paranormale Jeremy Lin quest’anno sono convinto che i newyorkesi  avranno un ruolo da protagonisti. Una batteria di lunghi senza eguali in Nba ma con molte incognite. Stoudemire, Chandler, Camby e Wallace sulla carta  non hanno rivali ma presi singolarmente racchiudono parecchie problematiche. Stoudemire e Chandler sono soventi a numerosi problemi di natura fisica, Camby veleggia versi i 40 anni mentre Rasheed Wallace viene da due anni di inattività. Jason Kidd (anche lui vicino agli anta), Reymond Felton e Pablo Prigioni (all’ esordio in Nba a 35 anni!) saranno le menti pronte ad innescare i cannonieri della Grande Mela cioè quel Carmelo Anthony e quel JR Smith che rappresentano splendidamente l’ emblema della franchigia: grandi realizzatori a livello personale ma poco propensi al gioco di squadra e al sacrificio per i compagni. Immenso talento, caratteri tutt’altro che facili da gestire ma potenzialmente da finale di Conference.
Philadelphia 76ers una delle sorprese della scorsa stagione è pronta anche quest’anno per ricominciare da dove aveva terminato qualche mese fa, cioè da gara 7 della semifinale di conference contro i Celtics. Due pezzi da novanti come Elton Brand (che non sarà certo rimpianto da queste parti) e Andrè Igoudala, lui si autentico idolo del Wells Fargo Center, se ne sono andati e sono stati degnamente sostituiti dall’ ex lakers Andrew Bynum e da Jason Richardson, uomo da 17,5 punti di media in carriera. L’ innesto dell’ ex Wizard e Clipper Nick Young e la conferma del suo cognonimo Thaddeus (una delle dieci ali piccole più forti della lega) garantiscono una maggior capacità realizzativa rispetto all’ anno passato. Dorrel Wright, ex Miami e Golden State, e l’ ex stella di UCLA Jrue Holiday completano una rosa potenzialmente migliorata rispetto all’ anno passato. Con un Bynum finalmente sui suoi livelli, chiaramente ben coadiuvato dai compagni, i bei tempi di Moses Malone e Julius Erving potrebbero finalmente tornare…
Toronto Raptors una delle squadre più europee della Lega. Ben quattro infatti i giocatori provenienti dal vecchio continente: l’ italiano Andrea Bargani, ex prima scelta Nba, idolo indiscusso e cannoniere principe dell’ Air Canada Center, lo spagnolo Josè Calderon e i due lituani Kleiza e Valanciunas (5° scelta al draft dello scorso anno e sbarcato adesso in Canada dopo una stagione al Lietuvos Rytas). Gli arrivi del playmaker Kyle Lowry da Houston, di Landry Fields da New York e dell’ ex Snaidero Udine John Lucas III non possono certo far passare sonni tranquilli a coach Dwan Casey che dovrà inventarsi magie degne di Houdini per evitare una lunga serie di figuracce.