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lunedì 14 maggio 2012

JUVE – MILAN – INTER: THE END OF AN ERA…



Gattuso, Del Piero e Inzaghi con la Coppa del Mondo
2790 (le presenze complessive), 519 (i gol), 254 (gli anni) e 74 (i trofei conquistati) non sono i numeri del lotto da giocare questa settimana. Sono una serie di cifre matematiche che racchiudono la carriera di 7 giocatori che hanno costituito una fetta importante della storia sportiva delle rispettive squadre e che, purtroppo, dall’ anno prossimo non rivedremo mai più, salvo clamorosi coupe de teatre dell’ ultim’ora, con le maglie e i colori a cui si sono associati per quasi tutta la loro carriera.
Stiamo parlando di Alessandro Nesta, Filippo Inzaghi, Gennaro Gattuso, Clarence Seedorf, Gianluca Zambrotta, Alessandro Del Piero e Ivan Ramiro Cordoba.

I primi cinque, che racchiudono testa, cuore, polmoni, classe e scaltrezza  del Diavolo, sono coloro che hanno costruito l’ epopea del Milan del nuovo millenio. Quella squadra che, sotto la guida di Carlo Ancelotti prima e Allegri poi, ha dominato l’ Italia, l’ Europa e il Mondo. In due lustri due Scudetti, una coppa Italia, due Champions League (più la terza letteralmente gettata al vento nella famigerata finale di Istanbul), due supercoppe italiane e due europee e un campionato del mondo per club (la nuova denominazione della vecchia intercontinentale) sono trofei che alcune squadre di club sognerebbero di vincere in tutta la loro storia.
Alessandro Nesta
Alessandro Nesta, trentasei anni, uno dei difensori più forti ed eleganti del calcio moderno, martoriato dai problemi fisici e da una schiena ormai logora andrà a svernare in Usa, da anni meta delle sue vacanze estive, dove cercherà di conquistare la Major League con i Red Bull New York dell’ ex gunners Thierry Henry. Gennaro Gattuso, l’ uomo che forse più di tutti racchiude in sé lo spirito di guerriero e combattente tipico dei rosso-neri, nonostante problemi di salute non indifferenti (soprattutto nell’ ultima stagione) non ha ancora intenzione di smettere e sogna di terminare quel lungo viaggio partito da Corigliano Calabro con scalo a Berlino, tappa a Milanello e arrivo a Glasgow proprio nella città scozzese dove è diventato uomo e dove ha incontrato la donna della sua vita (i gravi problemi finanziari dei Rangers però potrebbero essere un ostacolo difficile da superare).  

Inzaghi esulta dopo un gol
Anche per Filippo Inzaghi, l’ uomo che è “nato in fuorigioco” come disse Alex Ferguson , uno dei più prolifici bomber di sempre, il protagonista indiscusso di alcuni notti magiche di ancelottiana memoria come Manchester e Atene, sembra non esserci più spazio nella rosa di Allegri. Nonostante le trentanove primavere Super Pippo non si sente ancora un ex giocatore e il gol da rapinatore siglato nell’ ultima giornata contro il Novara rimarrà il suo regalo d’ addio al popolo di San Siro, un pubblico che lo ha amato e l’ amerà per sempre.
Clarence Seedorf, l’ unico giocatore al mondo ad aver vinto tre Coppe dei Campioni con altrettante squadre (Ajax, Real Madrid e Milan), gigante d’ ebano dai piedi sopraffini non ha mai gradito il basso minutaggio concessogli dal suo attuale tecnico e per questo molto probabilmente finirà una carriera a dir poco trionfale nel non trascendentale campionato brasiliano. Il Botafogo, con gentile intercessione dello sponsor tecnico dell’ olandese (la Puma), è pronto ad accoglierlo tra le sue fila e per i tifosi de “O Glorioso” sarà una vera delizia vedere il “Professore” sciorinare giocate d’ alta classe.
Per Gianluca Zambrotta, eclettico e duttile terzino di fascia esploso con la maglia juventina durante il Lippi-bis, questo è arrivato il momento di dire basta. Gli anni a Milano sicuramente non sono stati i più gloriosi della sua carriera (è arrivato nel 2008 a 31 anni) ma l’ aver indossato la divisa rosso nera in 106 occasioni rimarrà sicuramente un   ricordo indelebile.
Ivan Ramiro Cordoba difensore dell' Inter
Passando sull’ altra sponda del Naviglio come non ricordare la storia di uno dei giocatori più rappresentativi dell’ Inter di Massimo Moratti. Stiamo parlando di Ivan Ramiro Cordoba, 13 anni a sputar sangue con la maglia neroazzurra indosso, 454 incontri disputati, 4 scudetti, 4 coppe Italia e la ciliegina della Champions due anni or sono. Il trentaseienne difensore colombiano, anche se da qualche stagione ricopre un ruolo da comprimario (anche perché chiuso al centro dalla coppia Lucio-Samuel), è da sempre un idolo di San Siro ed il suo addio, coinciso con il derby, ha regalato un misto di gioia e commozione a tutti noi.
L’ ultimo dei 7, ma non per importanza, è il capitano della Juventus Alessandro Del Piero. Conegliano Veneto, Padova, Torino, Roma, Tokyo, Udine, Manchester, Berlino, Rimini e lo Juventus Stadium queste brevemente le tappe più significative  che racchiudono la carriera di uno dei giocatori più forti della storia del calcio. Record di presenze (704), di gol (291), di marcature nelle competizioni europee (54), di stagioni consecutive con la stessa maglia (19), di reti in una singola stagione di Champions (10), di minuti giocati (48.610); in tutto questo possiamo ritrovare un uomo, un giocatore, un padre di famiglia, un capitano e un idolo, una persona che ha fatto la storia della società.
Alex Del Piero e la sua linguaccia
18 trofei vinti tra cui 8 scudetti (compresi i due revocati), il purgatorio della Serie B, gli infortuni, l’ ultima gioia targata Conte (il suo vecchio capitano e in cui lui lo zampino ce l’ ha messo ancora) e adesso il lento e doloroso addio. Non un addio voluto da entrambe le parti, un addio unilaterale voluto dalla società (a meno di ripensamenti che avrebbero del miracoloso), un addio che lascerà tanti cuori infranti e un vuoto incolmabile sul rettangolo di gioco.
Ci mancherai, ci mancherete, la serie A senza questi sette campioni non avrà più lo stesso fascino…




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