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martedì 23 aprile 2013

Serie A 2012/13: la top undici dei flop e dei bidoni di quest’ anno


La stagione volge al termine ed, anche se i bilanci di fine anno non sono ancora stati definiti, è arrivato il tempo di delineare due ipotetici undici (compreso di panchinari) di coloro che ritengo, a mio modesto avviso, i flop ed i bidoni di questa lunga, bella ed entusiasmate stagione sportiva.

Nella flop 11 inseriamo in porta Federico Agliardi, diventato titolare a Bologna dopo l’ addio di Gillet e gli infortuni di Curci, sempre in discussione (tanto che a gennaio al Bologna sono stati accostati almeno una decina di portieri) e protagonista di errori banali che gli sono costati, vita natural durante, il posto.

Difesa a tre composta da Matias Silvestre, esploso a Catania, confermatosi ad alti livelli a Palermo (soprattutto per le sue doti da goleador) ma diventato improvvisamente lento, insicuro, pasticcione e confusionario sotto la Madonnina, degno compare di reparto l’ ex “cugino” Francesco Acerbi. Venduto a peso d’oro dall’ ottimo Sartori al Genoa, un passaggio degno di un infima comparsa di Hollywood in quel di Milanello per qualche mese e il ritorno, diciamo stentato, al Chievo per questi ultimi mesi. Ultimo ma non ultimo Rolando Jorge Pires de Fonseca, difensore capoverdiano accostato non più di un paio di stagioni fa ai più grandi club europei, sbarcato a Napoli in un giorno di gennaio 2013 direttamente dal Porto (club con il quale ha conquistato 11 trofei tra cui un Europa League) e probabilmente perdutosi tra le vie di Posillipo (quello sceso in campo tre volte in campionato e due in europa penso sia il fratello gemello scarso).

Centrocampo a quattro con i due esterni che arrivano direttamente dalla Pinetina. A destra, novello Felice Centofanti, come non inserire Ezequiel Matias Schelotto. Da quando è arrivato all’ Inter, non che nei primi mesi all’ Atalanta abbia fatto faville, ha collezionato una serie impressionante di prestazioni imbarazzanti (gol nel derby a parte).

A sinistra menzione d’ onore per quell’ Alvaro Daniel Pereira Barragan che, dopo essere costato quasi 11 milioni di euro alle casse di Moratti & C, non ha fatto rimpiangere i vari Brechet, Gresko e Georgatis. In mezzo al campo azzardiamo mettendo due centrocampisti con caratteristiche prettamente offensive ma con le polveri decisamente bagnate. Il primo è quel Marco Rigoni che, dopo essere esploso la stagione passata (esordio in serie A a 32 anni condito da 11 reti) con la maglia del Novara,  quest’ anno sembra ritornato quell’ eterna promessa mai definitivamente sbocciata (i paragoni con Del Piero negli anni addietro si erano sprecati) e, prima a Verona (sponda Chievo), poi a Genova non ha lasciato traccia palpabile del suo passaggio. Al suo fianco mettiamo quel Matias Ariel Fernandez che alla Fiorentina non è mai riuscito ad imporsi come invece hanno fatto i suoi ex compagni al Villareal Rodriguez e Borja Valero. “El Pelusa”, calciatore sudamericano nell’ anno 2006, complici numerosi infortuni e alcune prestazioni sottotono è finito infatti ai margini del progetto Della Valle.

Per comporre il tridente offensivo c’era solo l’ imbarazzo della scelta ma le mie “preferenze” sono cadute su Bojan Krkic, Maxi Lopez e Ciro Immobile. Bojan canterano blaugrana, dopo aver deluso l’ anno scorso a Roma si è ripetuto quest’anno anche con la maglia del Milan. Il riscatto, fissato a 15 milioni di euro, per uno che nelle gerarchie di mister Allegri è stato sorpassato dai vari Robinho, Niang e Pazzini sembra pura utopia.

Maxi Gaston Lopez, partito come il punto di riferimento dell’ attacco della Samp ed arrivato a Bogliasco come la ciliegina sulla torta per il ritorno blucerchiato in serie A non è mai riuscito ad imporsi. A causa di numerosi problemi fisici (solo 14 le presenze stagionali) e anche per l’ esplosione di Maurito Icardi (sono convinto che il suo sia solo un fuoco di paglia) gli spazi tra i titolari si sono chiusi e “el rubio” si è dovuto accontentare solo delle briciole.

 Dall’ altra parte del Tigullio invece è Ciro Immobile, ma non solo lui a dire la verità, ad aver reso molto meno rispetto a quelle che erano le aspettative di inizio stagione. Arrivato alla corte di Preziosi come il nuovo golden boy del calcio italiano, frutto dei 28 gol realizzati con la maglia del Pescara nella splendida cavalcata della banda Zeman verso la serie A, è partito anche in maniera abbastanza positiva ma poi, con il passare del tempo, si è capito che ne deve ancora passare di acqua sotto i ponti prima che l’ impatto dello scugnizzo di Torre Annunziata sulla serie A sia quello che tutti si aspettavano.

Allenatore di questa suddetta squadra è sicuramente Gasperini, essere esonerato da Zamparini non è una novità ma esserlo per ben due volte in mezza stagione vuol dire rasentare il ridicolo.

Come Direttore sportivo mettiamo sicuramente quel Daniele Delli Carri che in una sola stagione è riuscito a distruggere lo splendido Pescara dell’ anno passato. Una tale accozzaglia di stranieri che nemmeno un barcone della speranza diretto a Lampedusa se li sogna. Croati, brasiliani, islandesi, svedesi, slovacchi, colombiani, serbi, italiani ormai a fine carriera e onesti mestieranti da serie B, in parole povere una retrocessione già scritta ad inizio estate.

  
 
AGLIARDI
 
SILVESTRE    ACERBI   ROLANDO
 
SCHELOTTO   RIGONI   MATI FERNANDEZ   ALVARO PEREIRA
 
BOJAN   MAXI LOPEZ   IMMOBILE
 
Panchina: Ujkani; Juan Jesus, Kroldrup, Diakitè; Balzaretti, Ederson, Merkel, Olivera; De Luca, Nenè, Ranegie
             

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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