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martedì 22 febbraio 2011

L' inchiesta: La Cba cinese come l' Nba...

Ne è passata di acqua sotto i ponti da quando la Cba (Chinese Basketball Association) è stata fondata nel 1995 (la nascita vera e propria della Lega è datata 1956 ma fu quasi immediatamente abolita) ad oggi. Dalla stagione di apertura innanzi tutto sono aumentate le squadre (da dodici alle sedici attuali) ed in più, da qualche anno a questa parte, il campionato si è arricchito di giocatori americani dal passato glorioso e, cosa non da meno, di sponsor munifici e conosciuti a livello globale. La prima azienda a credere nelle potenzialità in termini di visibilità e passaggi televisivi è stata l’ elvetica Infront Sport and Media che ormai da sei lunghe stagioni si è legata alla Lega cinese, mentre dalla stagione 2010/11 il main sponsor del campionato è diventato l’ azienda nipponica Konica. Nonostante l’ effetto legato al basket planetario, dopo le deludenti (per la Nazionale rossa) Olimpiadi casalinghe, e dopo il lungo infortunio della stella dello sport cinese Yao Ming (probabilmente carriera finita per lui) si sia un pochino affievolito, la Cba ha sempre un grande seguito in patria e per un azienda come la Konica, che punta sull’ elettronica, la possibilità di entrare in un mercato immenso in termini di numeri e molto appetibile dal punto di vista del target, dal momento che nella Cina modernizzata il nuovo ceto medio è sempre alla ricerca di nuovi gadget tecnologici, è un’ occasione troppo importante da lasciarsi scappare.

Anche l’ Nba e il suo commissioner David Stern hanno intuito le potenzialità che una nazione abitata dal 19.5 % della popolazione mondiale può avere. Dal 2004 infatti si svolge l’ Nba China Games, una serie di gare estive di esibizione tra le diverse franchigie della Lega americana. Nella prima edizione si affrontarono naturalmente gli Houston Rockets di Yao e i Sacramento Kings. Negli anni successivi sbarcarono in Cina campioni come Lebron James, Dwight Howard e Carmelo Antony. Nell’ ultima edizione, come per chiudere un cerchio iniziato sei anni prima, si sono affrontati in due sfide giocate a Pechino e a Canton, i soliti Rockets e i New Jersey Nets. Negli anni a venire l’ idea del padre padrone della National Basketball Association è quella di far disputare anche veri incontri di campionato in una terra fertile come quella cinese per aumentare ancora gli introiti sia a livello di sponsorizzazioni che di diritti televisivi, se gli incontri tra i giocatori e i proprietari risolveranno la delicata situazione legata ai contratti delle stelle del campionato già dall’ anno prossimo potremo vedere un Nba sempre più globalizzata.
Andersen con la maglia dei Denver Nuggets
La Cba, dal 1995 al 2000, ha vissuto un periodo di transizione, periodo nel quale potevano giocare quasi esclusivamente giocatori cinesi garantendo così un mediocre livello di gioco. Basti pensare che in quegli anni a monopolizzare il campionato erano stati i Bayi Rockets, la squadra dell’ Esercito Popolare Cinese che ha sede nell’ antichissima città di Ningbo, l’ unica formazione che tuttora non ha nessuno straniero nel roster. Nel 2001 gli Shanghai Sharks del gigante Yao Ming, che da due anni venivano sconfitti in finale dai rivali del Bayi,  riuscirono nell’ impresa di togliere lo scettro, dopo sei titoli consecuti, alla squadra dello Zhejiang. Dalla stagione successiva, quella dello sbarco in Nba di Yao Ming scelto con il numero 1 al draft dagli Houston Rockets (primo straniero nella storia), in poi il campionato subisce un netto miglioramento qualitativo con l’ arrivo, facendo il percorso inverso, dei primi americani nel campionato nazionale. A dir la verità il primo giocatore  Nba sbarcato in Asia è stato Chris Andersen che ha fatto però il percorso inverso, è arrivato in Cina da sconosciuto e poi, da quasi dieci anni, è uno dei protagonisti del campionato più bello del mondo. Birdman, così è soprannominato per le sue incredibili doti atletiche, ha giocato nel 1999 con i Jiansung Nanjing Dragons facendo così da pioniere verso una terra fino ad allora “inesplorata” cestisticamente.
I primi ex professionisti a lasciare il segno anche nella Lega Cinese sono stati Laron Profit (una lunga carriera tra Washington e Orlando) che portò, insieme a Yi Jianlian ora ai Washington Wizard, al primo titolo della loro storia nel 2003 i Guangdong Tigers; Lamon Murray ex settima scelta al draft del ’94 dai Clippers e campione nel 2007/08 sempre con Guangdong e Smush Parker, campione cinese per due anni consecutivi nel 2009 e 2010 con la franchigia di Dongguan, e in precedenza compagno di squadra di Kobe Bryant per parecchi anni con i Los Angeles Lakers.
Negli anni a venire quasi tutte le formazioni impegnate nel campionato si sono fregiate di avere nel loro roster campioni affermati: Fred Jones, ex re delle schiacciate all’ All Star Game 2004, 430 incontri ad una media di 7.5 punti a gara con Indiana, Toronto, Portland, New York e Clippers, ha vestito per qualche mese la casacca dei pluri campioni di Guangdong. Steve Francis, più di 500 match disputati in Nba ad una media di 18 punti a gara con Houston, Orlando e New York e contratti da 18 milioni di dollari a stagione, è stato ingaggiato dai Beijing Ducks. Gli Zhejiang Cyclones possono vantare nel loro quintetto due campioni come Mike James (528 gare a 10,5 punti di media tra Miami, Toronto w Washington) e Josh Boone (256 match tutti disputati con i New Jersey Nets). Stromile Swift, scelto con il numero due dai Vancouver Grizzlies nel draft del 2000, ha disputato ben dieci stagioni consecutive in America (Memphis, Houston, New Jersey, e Phoenix le sue squadre) prima di provare l’ esperienza cinese  con la maglia degli Shandong Bulls. 
Marbury con la canotta di New York
Altri ex grandi campioni che giocano attualmente in Cba sono Stephon Marbury, una classe immensa ma un carattere difficile da gestire, 846 gare giocate in Nba con Phoenix, New York e Boston ad una media complessiva di 22 punti e 9.5 assist a gara. Starbury, questo il suo soprannome, dopo una carriera con numeri e giocate da Hall of Famer per il secondo anno consecutivo gioca nella lega asiatica ( la passata stagione è stato votato come miglior guardia dell’ anno con gli Shanxi)  questa volta con i Foshan Dralions. James Singleton, 231 gare in Nba con Clippers, Dallas e Washington e Quincy Douby, tre anni a Sacramento e due con i Raptors, invece stanno trascinando gli Xinjiang Tigers alla conquista della regular season (23 vittorie e 1 sola sconfitta fino ad adesso). L’ ultimo, ma non per importanza, campione di colore che quest’ anno dovrebbe deliziare il pubblico (ha firmato il suo contratto solo a gennaio con gli Zhejiang Lions)  cinese è il mito dei play ground newyorkesi  Rafer Alston. Il funambolico play nato nel Queens, soprannominato da  tutti Skip 2 My Lou, è stato il primo grande streetballer ad approdare con successo nella Nba. I suoi dribbling ubriacanti ne hanno fatto un vero beniamino nelle squadre in cui a militato: Milwaukee, Toronto, Miami, Orlando, New Jersey e soprattutto Houston dove con Yao Ming e Tracy McGrady componeva un trio spettacolare.  
In poco meno di vent’ anni di vita la Chinese Basketball Association ha compiuto grandi evoluzioni: ha attirato sponsor munifici e riconosciuti a livello planetario, richiama nei palazzetti sempre più pubblico (nell’ ultima stagione i fans sono aumentati dell’ 80% rispetto alla stagione precedente), è diventata una sorte di pensione dorata per grandi ex protagonisti dei prestigiosi parquet dell’ Nba e se questa crescita progressiva del campionato e degli interessi intorno ad esso continuerà in questa maniera ancora pochi anni e la Cba diventerà la seconda lega mondiale di basket per importanza.   

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