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giovedì 30 gennaio 2014

Draft Nba: tutti i fenomeni e i flop degli ultimi 10 anni

Il draft, uno dei meccanismi più cervellotici dello sport americano, cioè quell' invenzione (in Nba c'è dal 1947) che dovrebbe regalare un maggiore equilibrio all' interno delle varie franchigie consentendo alle squadre considerate più deboli (rispetto alle classifiche dell' anno precedente) di poter scegliere i migliori prospetti usciti dal college (da qualche anno a questa parte la moda di chiamare anche giocatori stranieri sta prendendo sempre più piede) non sempre è stato sinonimo e garanzia di successo. Non pochi sono stati gli abbagli di alcune squadre che, pensando di aver preso un futuro fenomeno, si sono ritrovati con un mezzo bidone in mano. Prendiamo per esempio in comparazione i draft degli ultimi 10 anni per vedere chi realmente è stato un fattore ed invece chi in Nba era veramente un pesce fuor d'acqua.
DRAFT 2003: uno dei draft più ricchi della storia, a livello di quello dell' '84 (Olajuwan, Jordan, Barkley, Robertson, Stockton) o di quello del '96 (Iverson, Marbury, Allen, Bryant, Nash), dove al numero 1 i disastrati Cleveland Cavs presero il prescelto Lebron James (probabilmente uno dei primi 3 giocatori più forti nella storia di questo sport). Altri fenomeni sbarcati nella lega in quell' anno: Carmelo Anthony da Syracuse (uno che in dieci anni, tra Denver e New York, ha tenuto una media di 25 punti a partita), Chris Bosh da Georgia Tech (2 anelli Nba con Miami, 19 punti e quasi 9 rimbalzi in carriera), Dwane Wade di Marquette (3 volte campione con gli Heat, due con la famigerata triade composta da lui, James e Bosh). Da citare anche parecchi cestiti che in Nba si sono costruiti una solida carriera come Kirk Hinrich (Chicago, Washington e Atlanta), David West (Indiana e New Orleans), Boris Diaw (San Antonio e Phoenix tra le altre) ma anche autentiche meteore oppure fenomeni tali solo sulla carta. In quell' anno, dai Detroit Pistons, al numero 2 venne scelto tale Darko Milicic, diciottenne serbo proveniente dal Vrsac. Nonostante divenne il più giovane a scendere in campo in una finale Nba, vincendola tra l' altro, scese solo 2 volte in quintetto chiudendo la stagione da rookie con ben 1.8 punti di media a partita. Da qui in avanti la carriera di Darko sarà un continuo saliscendi, Orlando, Memphis, New York, Minnesota e Boston fino a diventare free agent. A fargli buona compagnia ci sono T.J. Ford, ritiratosi l'anno scorso a 29 anni, Michael Sweetney, una carriera compromessa dai problemi di peso e Jarvis Heyes che ultimamente è stato visto ad Avellino.
DRAFT 2004: al numero 1 Dwight Howard, uno dei centri dominanti degli ultimi 10 anni, ma anche giocatori chiamati troppo avanti rispetto alle loro reali capacità. Emeka Okafor e Ben Gordon, scelti al numero 2 e numero 3, rispettivamente da Charlotte e Chicago, freschi campioni Ncaa con Connecticut non sono mai riusciti a sfondare completamente e la loro carriera sta scemando verso il basso (a Phoenix il primo, a Charlotte il secondo). Anche Shaun Livingston, scelto al quarto posto dai Clippers, arrivato direttamente dall' High School con grandi aspettative non si è mai reso un protagonista assoluto nella Lega cambiando ben nove franchigie senza lasciare alcun segno. Pure Josh Childress, Rafael Araujo e Luke Jackson (un passato anche a Ferrara), tutti scelti nei primi dieci posti, non verrano ricordati ai posteri per la loro sfolgorante classe.
Da contraltare invece i vari Luol Deng, Andre Igoudala, Jameer Nelson, Kevin Martin, Tony Allen cosi come Varejao e Ariza (scelti addirittura al secondo giro) sono diventati un fattore anche nella Lega più bella del mondo.
DRAFT 2005: anche quell'anno grandi sorprese: due dei miglior play del decennio, Deron Williams e Chris Paul, presi al numero 3 e numero 4 mentre ai primi due posti furono scelti l' australiano Andrew Bogut e l'americano Marvin Williams, buoni giocatori, per l'amor del cielo, ma non cestisti statosferici. Draft non ricchissimo di talento ma comunque pieno di giocatori solidi: Felton, Webster, Villanueva, Frye, Bynum per citarne alcuni dei primi dieci. Ma anche Danny Granger, David Lee, Gerald Green, Nate Robinson, Brandon Bass e Monta Ellis non sono sicuramente da meno.
DRAFT 2006: Italia Rules perchè per la prima volta nella storia, al numero uno venne scelto un italiano. Andrea Bargnani infatti, ma quanto avrà influito la presenza di Ghirardini come gm dei Raptors?, viene draftato dai Toronto Raptors al primo posto. Be il centro cresciuto nella Benetton Treviso, in otto anni di militanza Nba sta producendo 15 punti e 4 rimbalzi di media, numeri che sulla carta sono tutt'altro che pessimi, ma comunque non è mai diventato una star a tutti gli effetti. In sette anni passati con i Raptors, di cui un paio anche ai box per vari infortuni, solo due volte è riuscito a portarli allo post season (senza tra l'altro passare mai il primo turno) mentre quest'anno, dove veste la mitica casacca dei Knicks, sta conducendo la franchigia newyorkese verso uno dei punti più bassi della loro storia. Tirando le somme Bargnani è sicuramente un buon giocatore ma non potra mai fare quello step successivo che lo condurrà ad essere uomo franchigia e a condurre la sua squadra verso sfolgoranti successi.
A parte Lamarcus Aldrige, che ultimamente sta dimostrandosi giocatore dominante, scelto col numero 2 da Portland, i numeri 3,4 e 5 hanno avuto carriera breve e non felice. Adam Morrison, preso al terzo posto da Charlotte, conclusa una poco edificante esperienza tra i pro (bloccato forse anche dai problemi di salute, è diabetico) è diventato vice allenatore a Gonzaga; Tyrus Thomas, ex Chicago e Charlotte, è attualmente senza squadra mentre Shelden Williams, draftato al numero 5 da Atlanta, dopo aver vestito 7 casacche diverse è finito prima in Francia e poi in Cina in cerca di maggior fortuna.
Brandon Roy, purtroppo ritiratosi troppo presto a causa dei problemi alle ginocchia, Randy Foye, Rudy Gay e Rajon Rondo sono altri fenomeni provenienti da questo draft.
DRAFT 2007: altra sfilza di nomi interessanti: al primo posto assoluto viene chiamato Greg Oden, arrivato in Nba come autentico crack ma che purtroppo ha dovuto convivere con seri problemi alle ginocchia giocando veramente poco e non esprimendo appieno le proprie potenzialità. Al numero due Kevin Durant (tre volte miglior marcatore della regual season, 4 volte All Star, 4 volte nel primo quintetto della stagione), mentre non sono da scartare i vari Mike Conley, Jeff Green, Corey Brewer, Brandon Wright e Joakim Noah. Al contrario il cinese Yi Jianlian, arrivato con grandi aspettative, forse anche visto l' impatto di Yao Ming sulla Lega, non è mai riuscito a sfondare tornando definitivamente nella natia patria. Non solo lui ma anche Acie Law, Julian Wright, Al Thornton e Sean Williams sono dovuti emigrare presto per cercare soldi e fortuna altrove.
DRAFT 2008: anche qui grandi giocatori ma anche grandi delusioni. La prima chiamata è per Derrick Rose, fenomenale play di Chicago fermato però negli ultimi due anni da guai fisici a ripetizione, al numero due invece Michael Beasley (letteralmente devastante da ragazzo e all' università) che ha causa di numerosi problemi comportamentali e anche per alcune dipendenze da droga non è mai riuscito ad imporsi tra i grandi. Anche OJ Mayo, cresciuto all' università con l' italiano David Hackett, dopo un buon inizio in quel di Memphis, l' anno scorso ha clamorosamente toppato a Dallas e lo sbarco a Milwaukee non è certo un miglioramento. Russel Westbrook e Kevin Love, ex compagni a UCLA, usciti con il numero 4 e 5 dal draft invece sono autentiche All Stars, playmaker funanbolico e velocissimo il primo, uomo da doppia doppia costante il secondo.
Nell' anno dello sbarco di Danilo Gallinari, giocatore che si è costruito una solida carriera tra i pro, anche i vari Brook Lopez, Roy Hibbert, JaVale McGee, Serge Ibaka e George Hill hanno dimostrato le loro qualità diventando autentici protagonisti nella Lega.
DRAFT 2009: è l' anno di Blake Griffin, che poi salterà l' intera stagione per un problema alla rotula, fantastico atleta (ha vinto parecchie gare delle schiacciate) e trascinatore del Los Angeles Clippers in questi ultimi anni. Dietro di lui una delle più grosse cantonate degli ultimi anni. Quell' Hasheem Thabeet, centro tanzaniano, preso da Memphis ma mai esploso. È stato infatti la più alta scelta del draft ad essere spedito in D-League a farsi le ossa. Dopo Memphis, Houston, Portland e Oklahoma ma mai una prestazione degna di nota e alcune performance degne da film dell' orrore.
Talento cristallino ce n'era poco ma i vari James Harden e Stephen Curry sono giocatori fenomenali, per il resto buoni giocatori, Tyreke Evans, Ricky Rubio, DeMar DeRozan, Brandon Jennings, ma non personaggi dominanti.
 
 
 
DRAFT 2010: nel 2010 nessun All of Famer e tanti giocatori sopravvalutati. John Wall, scelto al primo posto, è un ottimo prospetto ma non è ancora esploso definitivamente. Evan Turner, Derrick Favors, Wesley Johnson, Ekpe Udoh e compagnia bella giocano in squadre di seconda fascia e sicuramente non spostano gli equilibri. I due maggiori prospetti usciti dal draft sono DeMarcus Cousins, gran fisico, ottimo atletismo ma anche un carattere difficilmente gestibile e Paul George, eclettica guardia dei formidabili Indiana Pacers di questi ultimi tempi.

DRAFT 2011: solamente Kyre Irving, preso al numero 1 dai Cleveland Cavs, è l' unico vero giocatore, con la g maiuscola, uscito dal draft. Derrick Williams, Enes Kanter, Tristan Thompson, Jonas Valenciunas, Jan Vasley e compagnia bella non sono sicuramente fenomeni. Probabilmente i migliori di questa nidiata sono Kawhi Leonard di San Antonio (numero 15), Kenneth Faried di Denver (numero 22) e addirittura la sessantesima e ultima scelta assoluta, quell' Isaiah Thomas che sta trascinando i suoi Sacramento Kings dall' alto, ma sarebbe meglio dire dal basso, dei suoi 175 cm.
 
 
 
DRAFT 2012: Anthony Davis, consideratori uno dei migliori prodotti del basketball college degli ultimi anni, scelto al primo posto da New Orleans ha avuto si un impatto positivo (13 punti e 8 rimbalzi a partita) ma non i numeri che tutti si aspettavano dal centro di Chicago (anche se al suo secondo anno sta letteralmente migliorando le sue medie). Anche il suo ex compagno di università a Kentucky, Michael Kidd-Gilchrist,scelto da Charlotte al numero 2 non è riuscito ad imporsi come all star anche perchè i Bobcats francamente sono uno delle peggiori compagini della Lega. Bradley Beal e Dion Waiters sbarcati a Washington e Cleveland hanno ampi margini di miglioramento ma sicuramente il più stupefacente prodotto del draft è stato quel Damian Lillard che, insieme a Aldrige, sta facendo volare Portland verso la vetta della Western Conference.


DRAFT 2013: questa prima parte di stagione sta dimostrando quanta pochezza c'era quest'anno. Le prestazioni imbarazzanti di Anthony Bennet con la maglia di Cleveland, scelto al numero 1, la dicono già lunga. I vari Otto Porter, Cody Zeller, Alex Len', Nerlens Noel e compagnia bella stanno costantemente in panchina e probabilmente tutti insieme faticano a raggiungere dieci punti a partita. I soli Oladipo, agli Orlando Magic, e Ben McLemore, a Sacramento, si stanno ritagliando un certo spazio per il resto una incredibile serie di abbagli.


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