Tutti ricorderanno il famosissimo
gioco da tavola Indovina Chi, parafrasando questo noto successo della MB
(Milton Bradley/Hasbro) cerchiamo di scoprire chi è stato uno dei bidoni più
colossali dell’ ultra centenaria storia calcistica del Brescia Calcio.
Da Brescia se ne andò perche in serie B si giocava il sabato (per lui, come avventista, quel giorno è considerato sacro e non voleva scendere in campo), dall’ Europa forse perché non si sentiva abbastanza apprezzato per l’ apporto che dava sul rettangolo di gioco, speriamo che nella sua nuova avventura possa finalmente raggiungere quello che il calcio probabilmente non gli ha mai regalato: essere in pace con se stesso e avvicinarsi sempre più a Dio…contento lui…
Colombiano, atleta di cristo,
nazionale svizzero, attaccante, più giovane calciatore di sempre ad aver
realizzato un gol agli Europei (Svizzera-Francia, Euro 2004), ex Psv Eindhoven,
sbarcato dalle parti del Sebino nell’ annus horribilis 2005. Non avete ancora
capito di chi stiamo parlando?Non è Robert, non preoccupatevi. I profani forse
non se lo ricorderanno ma gli amanti del football nostrano sicuramente si,
anche se dopo un attimo di riflessione. Stiamo parlando di Johan Vonlanthen,
punteros elvetico arrivato alle Rondinelle nell’ inverno di ormai otto anni fa
e sparito nel dimenticatoio come un batter di ciglia.
Nato nella calda e bellissima
Santa Maria, grossa cittadina della Colombia che si affaccia sul mar dei
Caraibi, cresciuto e divenuto calciatore nella fredda Berna, esploso in
Portogallo ad Euro 2004 (suo il gol del pareggio della nazionale rosso crociata
contro la Francia), invulso e abulico con la divisa della “Leonessa d’ Italia”,
riscopertosi vincente con la maglia del Red Bull Salisburgo addosso (due
scudetti in tre anni di cui il primo con il vecchio Trap in panchina) e
diventato infine predicatore avventista nella lontana e natia terra de “los
cafeteros”.
Certo per il Brescia post era
Baggio rimanere in serie A era quasi un miraggio, visto che in attacco i
biancoblu potevano su contare su “campioni” del calibro di Marc Nygaard o Luigi
Dipasquale si trattava più di un miracolo, ma l’ apporto di questo giovane
colored alla causa di Cavasin (subentrato a De Biasi alla 24esima giornata) fu
talmente impalpabile (si ricorda solo il rigore provocato nel finale del derby
con l’ Atalanta) nelle 9 volte che mise piede in campo che i tifosi bresciani
se ne dimenticarono immediatamente.
Le sue doti linguistiche, è un
vero e proprio poliglotta visto che conosce ben 7 lingue diverse, sono
sicuramente maggiori di quelle che aveva con i piedi (l’unico anno che l’ ha
visto andare in doppia cifra è stato il 2009/10 con la maglia dello Zurigo) e
forse è anche per questo che ad un certo punto ha deciso di abbandonare tutto,
i sogni di una carriera ricca di gloria, soddisfazioni e anche di soldi, per
cercare la fortuna spirituale ripercorrendo così le parole che l’ avevano
accompagnato durante la sua vita: “Da solo puoi raggiungere molto. Ma una cosa
è certa solo con Gesù Cristo potrai riuscirci realmente”.Da Brescia se ne andò perche in serie B si giocava il sabato (per lui, come avventista, quel giorno è considerato sacro e non voleva scendere in campo), dall’ Europa forse perché non si sentiva abbastanza apprezzato per l’ apporto che dava sul rettangolo di gioco, speriamo che nella sua nuova avventura possa finalmente raggiungere quello che il calcio probabilmente non gli ha mai regalato: essere in pace con se stesso e avvicinarsi sempre più a Dio…contento lui…
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