Eme…che? Si si proprio lui
Emeghara, una delle sorprese più scintillanti di questo inverno italiano. Uno
sconosciuto, arrivato nel campionato più bello e difficile del mondo (difficile
senza dubbio per il bello la cosa è soggettiva) come un qualsiasi signor
nessuno e riscopertosi subito campione (anche se è ancora presto per questi
epiteti). Di solito si dice che nel mercato di gennaio, chiamato anche di
riparazione, le piccole squadre, quelle con l’ acqua alla gola e che devono
risalire la china in tutta fretta, acquistano o giocatori dal curriculum
importante ma a fine carriera (i vari gordo Jardel in quel di Ancona e “O
animal” Edmundo al Napoli sono tra gli esempi più azzeccati) o autentiche
scommesse, la maggior parte delle volte perse (il danese Marc Nygaard al
Brescia, l’ uruguagio Horacio Peralta del Cagliari o il greco Panagiotis Gonias
del Messina chi se li ricorda?). Bè dal primo approccio si direbbe che questo
piccolo, veloce e micidiale attaccante colored non faccia parte nè tanto meno
della prima nè della seconda categoria sopra citate ma appartenga a quella
fascia di calciatori, tipo il primo Maxi Lopez di Catania o il Cassano rinato
alla Samp, che hanno lasciato un segno indelebile nella storia delle rispettive
società.
Nato a Lagos, in Nigeria, un
paese distrutto e lacerato dalla guerra civile, il 27 maggio del 1989, ma
cresciuto e trapiantato nella pacifica Svizzera (gli scherzi del destino…) e
finalmente esploso nella piccola e tranquilla Siena dove sta bucando la rete
avversaria quasi quanti sono i buchi su un pezzo di groviera.
Zurigo,Winterhtur, Grassophers
nella Super League elvetica e il Lorient nella Ligue One francese le tappe di
avvicinamento della “mosca atomica” (lo stesso sopranome dello juventino
Giovinco) alla nostra serie A e finalmente all’ esordio, in quel Franchi che lo
ha già eletto idolo indiscusso di una stagione assai complicata per la squadra
bianconera. Nonostante alcune presenze (per lo più comparsate) con la nazionale
elvetica, Innocent infatti ha preso la cittadinanza rosso crociata ed ha fatto
tutta la trafila nelle rappresentative giovanili, di Ottmar Hitzfeld e la
partecipazione alle Olimpiadi di Londra (3 presenze e un inutile rete contro la
Korea) questo minuto attaccante di 170 centimetri era pressoché sconosciuto
agli operatori del settore. Galeotto è stato un dvd finito sulla scrivania del
direttore sportivo senese Luca Antonelli (già promosso a pieni voti dopo la
cessione milionaria di Luis Neto) che, grazie anche al parere positivo dell’
allenatore Beppe Iachini, in quattro e quattr’otto ha permesso al giovane
centravanti di coronare il proprio sogno.
Quattro reti in quattro partite,
7 punti portati in cascina grazie a queste reti (tra cui le splendide vittorie
contro Inter e Lazio) e gli elogi di allenatore, tifosi e critica.
L’ ex mister di Brescia e Samp lo
ha paragonato ad un misto tra il primo David Suazo e Pippo Inzaghi, lui invece
si ispira al fenomeno Ronaldo, probabilmente non arriverà mai ai livelli dell’
asso brasiliano ma se continuerà a segnare con questa regolarità, primo il
Siena potrebbe avere qualche reale speranza di salvarsi (nonostante i 6 punti
di penalizzazione) secondo Innocent cambierà presto casacca indossandone una
più prestigiosa ma assai più pesante….
Nessun commento:
Posta un commento