La stagione volge al termine ed,
anche se i bilanci di fine anno non sono ancora stati definiti, è arrivato il
tempo di delineare due ipotetici undici (compreso di panchinari) di coloro che
ritengo, a mio modesto avviso, i flop ed i bidoni di questa lunga, bella ed
entusiasmate stagione sportiva.
Nella flop 11 inseriamo in porta Federico Agliardi, diventato titolare a Bologna dopo l’
addio di Gillet e gli infortuni di Curci, sempre in discussione (tanto che a
gennaio al Bologna sono stati accostati almeno una decina di portieri) e
protagonista di errori banali che gli sono costati, vita natural durante, il
posto.
Difesa a tre composta da Matias Silvestre, esploso a Catania, confermatosi
ad alti livelli a Palermo (soprattutto per le sue doti da goleador) ma
diventato improvvisamente lento, insicuro, pasticcione e confusionario sotto la
Madonnina, degno compare di reparto l’ ex “cugino” Francesco
Acerbi. Venduto a peso d’oro dall’ ottimo Sartori al Genoa, un passaggio
degno di un infima comparsa di Hollywood in quel di Milanello per qualche mese
e il ritorno, diciamo stentato, al Chievo per questi ultimi mesi. Ultimo ma non
ultimo Rolando Jorge Pires de Fonseca, difensore
capoverdiano accostato non più di un paio di stagioni fa ai più grandi club
europei, sbarcato a Napoli in un giorno di gennaio 2013 direttamente dal Porto
(club con il quale ha conquistato 11 trofei tra cui un Europa League) e
probabilmente perdutosi tra le vie di Posillipo (quello sceso in campo tre
volte in campionato e due in europa penso sia il fratello gemello scarso).
Centrocampo a quattro con i due
esterni che arrivano direttamente dalla Pinetina. A destra, novello Felice
Centofanti, come non inserire Ezequiel Matias
Schelotto. Da quando è arrivato all’ Inter, non che nei primi mesi all’
Atalanta abbia fatto faville, ha collezionato una serie impressionante di
prestazioni imbarazzanti (gol nel derby a parte).
A sinistra menzione d’ onore per
quell’ Alvaro Daniel Pereira Barragan che,
dopo essere costato quasi 11 milioni di euro alle casse di Moratti & C, non
ha fatto rimpiangere i vari Brechet, Gresko e Georgatis. In mezzo al campo
azzardiamo mettendo due centrocampisti con caratteristiche prettamente
offensive ma con le polveri decisamente bagnate. Il primo è quel Marco Rigoni che, dopo essere esploso la stagione
passata (esordio in serie A a 32 anni condito da 11 reti) con la maglia del
Novara, quest’ anno sembra ritornato
quell’ eterna promessa mai definitivamente sbocciata (i paragoni con Del Piero
negli anni addietro si erano sprecati) e, prima a Verona (sponda Chievo), poi a
Genova non ha lasciato traccia palpabile del suo passaggio. Al suo fianco
mettiamo quel Matias Ariel Fernandez che alla
Fiorentina non è mai riuscito ad imporsi come invece hanno fatto i suoi ex
compagni al Villareal Rodriguez e Borja Valero. “El Pelusa”, calciatore
sudamericano nell’ anno 2006, complici numerosi infortuni e alcune prestazioni
sottotono è finito infatti ai margini del progetto Della Valle.
Per comporre il tridente
offensivo c’era solo l’ imbarazzo della scelta ma le mie “preferenze” sono
cadute su Bojan Krkic, Maxi Lopez e Ciro Immobile. Bojan canterano blaugrana,
dopo aver deluso l’ anno scorso a Roma si è ripetuto quest’anno anche con la maglia
del Milan. Il riscatto, fissato a 15 milioni di euro, per uno che nelle gerarchie
di mister Allegri è stato sorpassato dai vari Robinho, Niang e Pazzini sembra
pura utopia.
Maxi Gaston Lopez, partito come
il punto di riferimento dell’ attacco della Samp ed arrivato a Bogliasco come
la ciliegina sulla torta per il ritorno blucerchiato in serie A non è mai
riuscito ad imporsi. A causa di numerosi problemi fisici (solo 14 le presenze
stagionali) e anche per l’ esplosione di Maurito Icardi (sono convinto che il
suo sia solo un fuoco di paglia) gli spazi tra i titolari si sono chiusi e “el
rubio” si è dovuto accontentare solo delle briciole.
Dall’ altra parte del Tigullio invece è Ciro
Immobile, ma non solo lui a dire la verità, ad aver reso molto meno rispetto a
quelle che erano le aspettative di inizio stagione. Arrivato alla corte di
Preziosi come il nuovo golden boy del calcio italiano, frutto dei 28 gol realizzati
con la maglia del Pescara nella splendida cavalcata della banda Zeman verso la
serie A, è partito anche in maniera abbastanza positiva ma poi, con il passare
del tempo, si è capito che ne deve ancora passare di acqua sotto i ponti prima
che l’ impatto dello scugnizzo di Torre Annunziata sulla serie A sia quello che
tutti si aspettavano.
Allenatore di questa suddetta
squadra è sicuramente Gasperini, essere esonerato da Zamparini non è una novità
ma esserlo per ben due volte in mezza stagione vuol dire rasentare il ridicolo.
Come Direttore sportivo mettiamo
sicuramente quel Daniele Delli Carri che in una sola stagione è riuscito a
distruggere lo splendido Pescara dell’ anno passato. Una tale accozzaglia
di stranieri che nemmeno un barcone della speranza diretto a Lampedusa se li
sogna. Croati, brasiliani, islandesi, svedesi, slovacchi, colombiani, serbi,
italiani ormai a fine carriera e onesti mestieranti da serie B, in parole
povere una retrocessione già scritta ad inizio estate.
AGLIARDI
SILVESTRE ACERBI ROLANDO
SCHELOTTO RIGONI MATI FERNANDEZ ALVARO PEREIRA
BOJAN MAXI LOPEZ IMMOBILE
Panchina: Ujkani; Juan Jesus, Kroldrup, Diakitè; Balzaretti, Ederson, Merkel, Olivera; De Luca, Nenè, Ranegie
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