Gattuso, Del Piero e Inzaghi con la Coppa del Mondo |
2790 (le presenze complessive),
519 (i gol), 254 (gli anni) e 74 (i trofei conquistati) non sono i numeri del
lotto da giocare questa settimana. Sono una serie di cifre matematiche che
racchiudono la carriera di 7 giocatori che hanno costituito una fetta
importante della storia sportiva delle rispettive squadre e che, purtroppo,
dall’ anno prossimo non rivedremo mai più, salvo clamorosi coupe de teatre dell’
ultim’ora, con le maglie e i colori a cui si sono associati per quasi tutta la
loro carriera.
Stiamo parlando di Alessandro
Nesta, Filippo Inzaghi, Gennaro Gattuso, Clarence Seedorf, Gianluca Zambrotta,
Alessandro Del Piero e Ivan Ramiro Cordoba.
I primi cinque, che racchiudono testa,
cuore, polmoni, classe e scaltrezza del
Diavolo, sono coloro che hanno costruito l’ epopea del Milan del nuovo
millenio. Quella squadra che, sotto la guida di Carlo Ancelotti prima e Allegri
poi, ha dominato l’ Italia, l’ Europa e il Mondo. In due lustri due Scudetti, una
coppa Italia, due Champions League (più la terza letteralmente gettata al vento
nella famigerata finale di Istanbul), due supercoppe italiane e due europee e
un campionato del mondo per club (la nuova denominazione della vecchia
intercontinentale) sono trofei che alcune squadre di club sognerebbero di
vincere in tutta la loro storia.
Alessandro Nesta |
Alessandro Nesta, trentasei anni,
uno dei difensori più forti ed eleganti del calcio moderno, martoriato dai
problemi fisici e da una schiena ormai logora andrà a svernare in Usa, da anni
meta delle sue vacanze estive, dove cercherà di conquistare la Major League con
i Red Bull New York dell’ ex gunners Thierry Henry. Gennaro Gattuso, l’ uomo
che forse più di tutti racchiude in sé lo spirito di guerriero e combattente
tipico dei rosso-neri, nonostante problemi di salute non indifferenti
(soprattutto nell’ ultima stagione) non ha ancora intenzione di smettere e
sogna di terminare quel lungo viaggio partito da Corigliano Calabro con scalo a
Berlino, tappa a Milanello e arrivo a Glasgow proprio nella città scozzese dove
è diventato uomo e dove ha incontrato la donna della sua vita (i gravi problemi
finanziari dei Rangers però potrebbero essere un ostacolo difficile da
superare).
Inzaghi esulta dopo un gol |
Anche per Filippo Inzaghi, l’
uomo che è “nato in fuorigioco” come disse Alex Ferguson , uno dei più
prolifici bomber di sempre, il protagonista indiscusso di alcuni notti magiche
di ancelottiana memoria come Manchester e Atene, sembra non esserci più spazio
nella rosa di Allegri. Nonostante le trentanove primavere Super Pippo non si
sente ancora un ex giocatore e il gol da rapinatore siglato nell’ ultima
giornata contro il Novara rimarrà il suo regalo d’ addio al popolo di San Siro,
un pubblico che lo ha amato e l’ amerà per sempre.
Clarence Seedorf, l’ unico
giocatore al mondo ad aver vinto tre Coppe dei Campioni con altrettante squadre
(Ajax, Real Madrid e Milan), gigante d’ ebano dai piedi sopraffini non ha mai
gradito il basso minutaggio concessogli dal suo attuale tecnico e per questo
molto probabilmente finirà una carriera a dir poco trionfale nel non
trascendentale campionato brasiliano. Il Botafogo, con gentile intercessione
dello sponsor tecnico dell’ olandese (la Puma), è pronto ad accoglierlo tra le
sue fila e per i tifosi de “O Glorioso” sarà una vera delizia vedere il “Professore”
sciorinare giocate d’ alta classe.
Per Gianluca Zambrotta, eclettico
e duttile terzino di fascia esploso con la maglia juventina durante il
Lippi-bis, questo è arrivato il momento di dire basta. Gli anni a Milano
sicuramente non sono stati i più gloriosi della sua carriera (è arrivato nel
2008 a 31 anni) ma l’ aver indossato la divisa rosso nera in 106 occasioni
rimarrà sicuramente un ricordo
indelebile.
Ivan Ramiro Cordoba difensore dell' Inter |
Passando sull’ altra sponda del
Naviglio come non ricordare la storia di uno dei giocatori più rappresentativi
dell’ Inter di Massimo Moratti. Stiamo parlando di Ivan Ramiro Cordoba, 13 anni
a sputar sangue con la maglia neroazzurra indosso, 454 incontri disputati, 4
scudetti, 4 coppe Italia e la ciliegina della Champions due anni or sono. Il trentaseienne
difensore colombiano, anche se da qualche stagione ricopre un ruolo da
comprimario (anche perché chiuso al centro dalla coppia Lucio-Samuel), è da
sempre un idolo di San Siro ed il suo addio, coinciso con il derby, ha regalato
un misto di gioia e commozione a tutti noi.
L’ ultimo dei 7, ma non per
importanza, è il capitano della Juventus Alessandro Del Piero. Conegliano
Veneto, Padova, Torino, Roma, Tokyo, Udine, Manchester, Berlino, Rimini e lo
Juventus Stadium queste brevemente le tappe più significative che racchiudono la carriera di uno dei
giocatori più forti della storia del calcio. Record di presenze (704), di gol
(291), di marcature nelle competizioni europee (54), di stagioni consecutive
con la stessa maglia (19), di reti in una singola stagione di Champions (10),
di minuti giocati (48.610); in tutto questo possiamo ritrovare un uomo, un
giocatore, un padre di famiglia, un capitano e un idolo, una persona che ha
fatto la storia della società.
Alex Del Piero e la sua linguaccia |
18 trofei vinti tra cui 8 scudetti (compresi i
due revocati), il purgatorio della Serie B, gli infortuni, l’ ultima gioia
targata Conte (il suo vecchio capitano e in cui lui lo zampino ce l’ ha messo
ancora) e adesso il lento e doloroso addio. Non un addio voluto da entrambe le
parti, un addio unilaterale voluto dalla società (a meno di ripensamenti che
avrebbero del miracoloso), un addio che lascerà tanti cuori infranti e un vuoto
incolmabile sul rettangolo di gioco.
Ci mancherai, ci mancherete, la
serie A senza questi sette campioni non avrà più lo stesso fascino…
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