Lo sport italiano è pieno di imprese, avventure e storie al limite dell' impossibile e la favola dell' Associazione calcio Chievo Verona merita un posto di riguardo in un palcoscenico dove la volontà, il sudore e l' organizzazione la vincono alla lunga sulle logiche del business e del Dio denaro.
Vedere una squadra di un piccolo sobborgo cittadino (Chievo è una frazione di nemmeno 5000 anime) scalare pian piano le categorie professionistiche del nostro amato calcio fino ad arrivare all' agognata serie A affermandosi poi come una splendida realtà in un mondo che sta risentendo la crisi economica come non mai è un qualcosa di incredibile.
Dodici campionati di serie A (solo nel 2006/07 la squadra è retrocessa) con la ciliegina sulla torta di due qualificazioni in Uefa ed una in Champions League (a seguito della triste vicenda di calciopoli) questi i numeri straordinari del Céo nella sua brevissima storia nella massima serie. Se a questi aggiungiamo le quattro stagioni disputate nell' allora C1 e le sette in serie B ci rendiamo conto di trovarci veramente a contatto con un incredibile storia dei giorni nostri. Chievo, che deriva dal latino e che vuol dire la Collina del bosco mistico, è riuscito anche nell' impresa di farci gustare un altro modo di vivere il calcio. Sugli spalti del Bentegodi, che ormai dall' epoca del professionismo ha preso il posto del mitico “Carlantonio Bottagisio” , non c'è spazio per la violenza e per il razzismo e quindi anziani, bambini e famiglie possono godersi un sano spettacolo calcistico in questa oasi felice.
Beppe Sannino, l' allenatore scelto per condurre la squadra verso l' ennesima salvezza (trainer preparato e voglioso di riscatto dopo l' anno di Palermo), siamo sicuri regalerà grandi gioie ai “Mussi Volanti” e la storica scuola campanaria di Chievo (fondata nel 1808) continuerà a lungo a suonare le campane per celebrare le vittorie dei propri beniamini.
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