Southeast
Atlanta
Hawks la perdita di Joe Johnson è un duro colpo per le ambizioni di
gloria dei georgiani ma un enorme guadagno per il salary cap degli uomini di
Danny Ferry (presidente dal giugno 2012). L’ ala piccola di Little Rock, per 7
anni stella indiscussa della Philips Arena, è stata sostituita da Devin Harris
(eterna promessa ma mai esploso definitivamente) e da Louis Williams proveniente
dai 76ers. Anthony Morrow, DeShawn
Stevenson e Kyle Korver completano un reparto di esterni assai completo ma con
pochi punti nelle mani. Al Horford, il
sempreverde Zaza Pachulia e il francese Petro sotto le plance sono ben poca
roba per competere ad alti livelli ma se l’ ormai veterano Josh Smith dovesse ripetere i numeri della passata
stagione (18.1 punti di media) per i ragazzi di Larry Drew (ex giocatore della
Vis Pesaro a fine anni ’80) un posto tra le magnifiche otto dovrebbe essere
sicuro.
Charlotte Bobcats probabilmente
una delle peggiori franchigie della storia di questo sport. Fare peggio dell’
anno passato (7 vittorie e 59 sconfitte) vorrebbe dire sfiorare la fatidica
quota 0, sicuramente non ci andranno lontano ma speriamo che riescano a limitare
le figuracce (Michael Jordan come atleta resterà il più forte di sempre ma come
presidente…). La seconda scelta assoluta Michael Kidd-Gilchrist da Kentucky è
la stella di una squadra che può contare su Ben Gordon, ormai logoro ed in
parabola discendente, su Ramon Session,
bocciato clamorosamente dai Lakers, e su poco altro. Per coach Micke Dunlap
(alla prima esperienza come head coach) cavare ragni da un buco con giocatori
come Biyombo, Desagana Diop, Brendan Haywood e compagnia sarebbe come trovare
il santo graal…auguri!!!
Miami
Heat Lebron James, Dwyane Wade, Chris Bosh e Ray Allen…basterebbero
questi quattro nomi per rappresentare i campioni in carica. Difficilmente
vorranno privarsi dell’ anello per darlo agli odiati nemici dei Lakers e
sicuramente hanno tutte le carte in regola per provare uno splendido bis. Ai
big three (Wade-James-Bosh)sono
stati aggiunti un campione assoluto come Ray Allen e un eccellente tiratore
come l’ ex Orlando Rashard Lewis. “He got Game”, 2561 canestri da 3 in
carriera, è quel giocatore che, entrando dalla panchina, potrà prendersi
responsabilità di tiro togliendo la pressione dalle mani di “The Chosen One” e regalando cosi a coach Spoelstra nuove alternative per arrivare a canestro.
Due le incognite de “El Heat”: la prima le precarie condizioni fisiche dei suoi
campioni e la seconda un reparto lunghi (anche se Il Prescelto può giocare
anche da centro) non eccelso. I vari Joel Anthony, Mike Miller, Udonis Haslem e
Dexter Pittman non sono fulmini di guerra e compensano con la grinta e
l’attenzione difensiva lacune d’attacco significative. Senza incidenti di
percorso non dovrebbero aver problemi per vincere agevolmente la propria metà
di tabellone, Derrek Rose permettendo…
Orlando Magic la perdita di un campione come Dwight Howard è
difficile da digerire per chiunque figuriamoci per una compagine che oltre a
Superman non aveva molto da offrire. Quest’anno tutto ruoterà sulle spalle, tra
l’ altro non molto sicure, di Jameer Nelson potenziale da campione ma troppo
discontinuo. Nell’ intricatissima trade che ha portato Howard ai Lakers sono
arrivati, via Denver, Al Harrington, Arron Afflalo e l’ ex Philadelphia Vucevic
mentre ha lasciato la Florida Quentin Richardson, diventato free agent dopo
aver totalmente deluso il pubblico dell’ Amway Center. Resta da capire se
questo sarà l’ anno della consacrazione per Glen Davis e JJ Reddik o se veleggeranno verso la mediocrità lasciando
andare alla deriva una squadra comunque, nel complesso, male assortita…
Washington Wizard fare i
play-off sarebbe un autentica chimera, fare meglio della stagione passata (20
vittorie-46 sconfitte) è l’ obbiettivo minimo per evitare queste continue
brutte figure. John Wall, ex prima scelta al draft 2010, sembra finalmente
pronto per vestire i panni di leader e migliorare ulteriormente le sue già
buone statistiche. Accanto al talento di Kentucky ecco Bradley Beal, terza
scelta al draft di quest’anno, insieme a Trevor Ariza, giocatore con tanti
punti nelle mani. Interessante anche la coppia sotto canestre formata dal
brasiliano Nenè e dall’ eterna promessa Emeka Okafor (probabilmente è realmente
scarso visto che sono 8 anni che gira franchigie Nba). La qualità della panchina
è veramente poca (Jordan Crawford, Martell Webster e poco altro) e con
sette/otto giocatori decenti nel rooster non si va lontano…