Niccolò Campriani sul podio olimpico |
Terminate le gare del tiro, 15 competizioni differenti (9 per
gli uomini e 6 per le donne) per un totale di 45 medaglie assegnate, possiamo
tirare le somme e constatare con sommo gaudio come per la spedizione azzurra le
trentesime olimpiadi siano state un autentico successo. Rispetto a 4 anni fa
infatti abbiamo ottenuto due medaglie in più (5 a 3) e guadagnato anche due
posizioni nel medagliere finale. A Pechino furono i padroni di casa a dominare
le scene (8 medaglie totali di cui 5 d’oro) seguiti a ragguardevole distanza
dagli Stati Uniti (2 ori) e da Repubblica Ceca e Ucraina con l’ Italia in
quinta posizione, quest’anno invece ci hanno superato solamente la Corea del
Sud, trascinata dalla doppietta di Jin Jongoh nella pistola da 50 e da 10
metri, e i soliti Usa (che ringraziano il bi-campione olimpico Vincent Hancock
nello Skeet) mentre lo squadrone cinese si accomoda dietro di noi per il minor
numero di argenti conquistati.
la gioia del tiratore Massimo Fabbrizi |
Atleta simbolo dello squadrone azzurro è stato sicuramente il
fiorentino Niccolò Campriani. Il tiratore delle Fiamme Gialle, studente tra l’
altro della West Virginia University, che partiva con i favori del pronostico
visto che era stato l’ autentico dominatore dell’ ultima coppa del mondo in due
delle tre competizioni in cui gareggiava non ha tradito le attese
aggiudicandosi 1 oro ed 1 argento. Dopo l’ amaro argento conquistato nella
carabina ad aria compressa da 10 metri, dove fino al penultimo tiro era in
netto vantaggio rispetto al rumeno Moldoveanu, tutti pensavano nell’ ennesimo
crollo psicologico ed invece, dopo un positivo ottavo posto nella carabina da
50 metri proni, il trionfo nella specialità dove non era mai riuscito a
primeggiare nelle gare importanti (39esimo a Pechino e due quinti posti tra
Mondiali e Europei), la carabina 50 metri a tre posizioni. Otto punti di
vantaggio sull’ americano Emmons nelle qualifiche (con annesso record olimpico)
prima di terminare in scioltezza con un eloquente più sei sul sudcoreano Kim.
Luca tesconi assaggia il suo argento |
L’ altro grande successo nel tiro a segno è rappresentato
dallo stupendo argento vinto dal poliziotto Luca Tesconi nella pistola 10 metri
ad aria compressa. Era da Atlanta ’96, l’ anno del mitico Roberto Di Donna, che
non conquistavamo più un podio in questa specialità ed il toscano Tesconi si è
dovuto arrendere solo alla superiorità del già citato coreano Jin.
Le altre due medaglie italiane arrivano dal tiro al volo,
disciplina dalla grande tradizione (anche perché le armi sono costruite da
fabbriche bresciane). Quattro anni fa a cantare l’ inno di Mameli fu Chiara
Cainero (questa volta solo quinta nella Skeet), quest’ oggi a tenere in alto l’orgoglio
tricolore è stata la ferrarese Jessica Rossi, trionfatrice nel trap femminile
(con annesso record mondiale di 99 piattelli colpiti su 100).
Jessica Rossi baci l' oro appena conquistato |
Sempre dal trap, versione
maschile, arriva l’ ultima medaglia della ressegna a 5 cerchi. A prendere il
posto di Giovanni Pellielo (argento a Beijing) è stato il marchigiano Massimo
Fabrizi. Sconfitto nel terribile spareggio per l’ oro dalla sorpresa croata
Cernogoraz ma con una medaglia al collo che dà nuovo lustro ad un movimento che
rappresenta l’ elitè dello sport italiano.
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