Frangilli-Galiazzo-Nespoli sul podio olimpico |
Di solito si dice: “il
primo amore non si scorda mai”; in questo caso verrebbe da dire che il
primo oro non si scorderà mai. La prima medaglia della nostra Olimpiade, la
prima volta che l’ Italia sale sul gradino più alto del mondo nella gara a
squadre, la prima volta (da Barcellona ’92) che i maestri coreani non disputano
la finale.
Con tutte queste prime volte passano sicuramente in secondo
piano le cocenti delusioni nelle prove individuali. L’ eliminazione al primo
turno del nostro novello “Guglielmo Tell” Michele Frangilli ad opera dell’
ucraino Hrachov, del re di Atene Marco Galiazzo (sconfitto dal messicano
Serrano) e dell’ eterna speranza Mauro Nespoli (battuto dal taiwanese Chen) e gli
scarsi risultati dell’ arco femminile (fuori agli ottavi la moldava
naturalizzata, dopo il matrimonio con l’ex nazionale Roberto Cocchi, Natalia
Valeeva e la pugliese Pia Lionetti. con la piccola, di statura, Jessica Tomasi out
già al primo turno ed una bruttissima eliminazione ad opera della Cina nella
prova a squadre) non possono però offuscare un impresa che ha del miracoloso.
la concentrazione di Galiazzo prima di scoccare il dardo |
Nel cammino verso questo impensabile, e ciò rende il tutto
ancora più bello, trionfo i primi a cadere sotto i colpi dei nostri atleti sono
stati i taiwanesei (sconfitti con un eloquente 216-206 finale), la Cina nei
quarti e il sorprendente Messico in semifinale le altre due avversarie verso la
corsa all’ oro. Nell’ ultimo e decisivo incontro poi, anche grazie all’
inaspettata eliminazione della favoritissima Corea del Sud (4 titoli vinti da
quando, a Seul ’88, venne introdotta questa disciplina) il match al cardiopalma
contro i forti Stati Uniti. Brady Ellison, Jake Kaminski e Jacob Wukie (24,5
anni di media) però non hanno potuto fare nulla contro l’ esperienza dei nostri
(30 anni precisi di media per noi) che nel loro palmares vantano anche un
argento ai giochi di Pechino.
la gioa dei nostri atleti dopo la vittoria |
L’ affiatamento ed il sangue freddo degli
italiani permettono ai nostri di accumulare subito un discreto vantaggio e,
nonostante un recupero tentato nell’ ultimo degli otto set (anche grazie al
classico “braccino” venuto al povero Galiazzo che conclude con un misero 8),
quando l’ ultima freccia scoccata dal gallaratese Michele Frangilli (che ha
sostituito il vecchio Ilario Di Buo) colpisce il centro pieno del bersaglio la
gioia è tutta per noi, uno splendido 10, un oro storico che ci ricorda come il
movimento dell’ arco italiano ci ha dato e continuerà a darci grandi
soddisfazioni…