la gioia di Sara Errani |
Martina Navratilova e Serena
Williams probabilmente saranno irraggiungibili ma sognare di eguagliarle,
almeno una volta nella vita, non costa nulla. Quello che Sara Errani, la
piccola emiliana nata a Bologna cresciuta a Massa Lombarda ed esplosa in
Spagna, si appresta a vivere in questi due giorni è qualcosa che poche, anzi
pochissime tenniste hanno mai potuto realizzare nella storia di questo sport. Giocare
due finali, una in singolare e l’ altra in doppio, in uno dei tornei del grande
slam non è da tutti, una leggenda come la Navratilova è riuscita (vincendo) per
ben nove volte nell’ impresa e nel 1985
è andata vicina ad uno storico tris (trionfo in doppio e doppio misto e
sconfitta in finale dall’ eterna rivale Chris Evert) mentre l’ amazzone
statunitense Serena Williams si è fermata a 6 doppiette e in due di queste
occasioni ha prima sconfitto la sorella maggiore, ma solo d’ età, Venus in
singolare e poi nel doppio, dove forma una delle coppie più devastanti del
tennis moderno sempre con l’ inseparabile sorellona, ha massacrato le impotenti
sfidanti.
le sorelle Williams in trionfo |
Il cielo di Parigi si tinge
sempre più d’azzurro e per il terzo anno consecutivo, fatto quasi inimmaginabile,
una nostra atleta giunge all’ atto conclusivo nel tempio della terra rossa. Dopo
il doppio exploit della leonessa Francesca Schiavone (vincitrice nel 2010 e
sconfitta l’ anno scorso) adesso tocca a Sara Errani portare in alto l’ onore
dell’ Italia. La campionessa tascabile dal dritto micidiale e dall’
intelligenza tattica fuori dal comune dovrà vedersela però contro una delle
avversarie più ostiche ed in forma del momento, la siberiana dagli occhi di
ghiaccio Maria Sharapova . Sembrerebbe la classica storia di Davide contro
Golia, i 164 centimetri della 25enne romagnola contro il metro e ottantotto
della statuaria russa, il brutto anatroccolo (senza alcuna offesa) contro un
cigno bello e splendente (Masha infatti prende cifre astronomiche dagli sponsor
anche per il suo fascino) ma si sa che il tennis è uno sport strano, un gioco
in cui nessuno parte già battuto a priori. La Sharapova è dotata di una potenza
e di un servizio (anche se discontinuo) micidiali ma soffre questa superficie
(il Roland Garros è l’ unico slam che gli manca) e negli spostamenti non è
certo un fulmine di guerra. Per la nostra portacolori bisognerà ripetere la
splendida prova fornita contro l’ aussie Samantha Stosur (giocatrice per certi
versi simile alla russa) per riuscire in quel’ impresa sognata fin da quando, a
soli cinque anni, prese in mano la sua prima racchetta.
Sharapova in un immagine di buon auspicio |
La concentrazione però non sarà
rivolta solo al match di domani, quest’oggi infatti giocherà la prima delle due
finali raggiunte in questi pazzeschi quindici giorni. In coppia con la grande
amica Roberta Vinci (le doppiste della nazionale italiana di Fed Cup) vuole
portare a 6 il numero di vittorie stagionali (tra le altre anche Madrid e Roma)
ma per far ciò bisognerà superare la resistenza della coppia russia
Kirilenko-Petrova teste di serie numero 7 del seeding e speriamo che il detto
chi ben comincia è a metà dell’ opera porti bena alla nostra Sarina….
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