Il draft, uno dei
meccanismi più cervellotici dello sport americano, cioè quell'
invenzione (in Nba c'è dal 1947) che dovrebbe regalare un maggiore
equilibrio all' interno delle varie franchigie consentendo alle
squadre considerate più deboli (rispetto alle classifiche dell' anno
precedente) di poter scegliere i migliori prospetti usciti dal
college (da qualche anno a questa parte la moda di chiamare anche
giocatori stranieri sta prendendo sempre più piede) non sempre è
stato sinonimo e garanzia di successo. Non pochi sono stati gli
abbagli di alcune squadre che, pensando di aver preso un futuro
fenomeno, si sono ritrovati con un mezzo bidone in mano. Prendiamo
per esempio in comparazione i draft degli ultimi 10 anni per vedere
chi realmente è stato un fattore ed invece chi in Nba era veramente
un pesce fuor d'acqua.
DRAFT 2003: uno dei draft
più ricchi della storia, a livello di quello dell' '84 (Olajuwan,
Jordan, Barkley, Robertson, Stockton) o di quello del '96 (Iverson,
Marbury, Allen, Bryant, Nash), dove al numero 1 i disastrati
Cleveland Cavs presero il prescelto Lebron James (probabilmente uno
dei primi 3 giocatori più forti nella storia di questo sport). Altri
fenomeni sbarcati nella lega in quell' anno: Carmelo Anthony da
Syracuse (uno che in dieci anni, tra Denver e New York, ha tenuto una
media di 25 punti a partita), Chris Bosh da Georgia Tech (2 anelli
Nba con Miami, 19 punti e quasi 9 rimbalzi in carriera), Dwane Wade
di Marquette (3 volte campione con gli Heat, due con la famigerata
triade composta da lui, James e Bosh). Da citare anche parecchi
cestiti che in Nba si sono costruiti una solida carriera come Kirk
Hinrich (Chicago, Washington e Atlanta), David West (Indiana e New
Orleans), Boris Diaw (San Antonio e Phoenix tra le altre) ma anche
autentiche meteore oppure fenomeni tali solo sulla carta. In quell'
anno, dai Detroit Pistons, al numero 2 venne scelto tale Darko
Milicic, diciottenne serbo proveniente dal Vrsac. Nonostante divenne
il più giovane a scendere in campo in una finale Nba, vincendola tra
l' altro, scese solo 2 volte in quintetto chiudendo la stagione da
rookie con ben 1.8 punti di media a partita. Da qui in avanti la
carriera di Darko sarà un continuo saliscendi, Orlando, Memphis, New
York, Minnesota e Boston fino a diventare free agent. A fargli buona
compagnia ci sono T.J. Ford, ritiratosi l'anno scorso a 29 anni,
Michael Sweetney, una carriera compromessa dai problemi di peso e
Jarvis Heyes che ultimamente è stato visto ad Avellino.
DRAFT 2004: al numero 1
Dwight Howard, uno dei centri dominanti degli ultimi 10 anni, ma
anche giocatori chiamati troppo avanti rispetto alle loro reali
capacità. Emeka Okafor e Ben Gordon, scelti al numero 2 e numero 3,
rispettivamente da Charlotte e Chicago, freschi campioni Ncaa con
Connecticut non sono mai riusciti a sfondare completamente e la loro
carriera sta scemando verso il basso (a Phoenix il primo, a Charlotte
il secondo). Anche Shaun Livingston, scelto al quarto posto dai
Clippers, arrivato direttamente dall' High School con grandi
aspettative non si è mai reso un protagonista assoluto nella Lega
cambiando ben nove franchigie senza lasciare alcun segno. Pure Josh
Childress, Rafael Araujo e Luke Jackson (un passato anche a Ferrara),
tutti scelti nei primi dieci posti, non verrano ricordati ai posteri
per la loro sfolgorante classe.
Da contraltare invece i
vari Luol Deng, Andre Igoudala, Jameer Nelson, Kevin Martin, Tony
Allen cosi come Varejao e Ariza (scelti addirittura al secondo giro)
sono diventati un fattore anche nella Lega più bella del mondo.
DRAFT 2005: anche
quell'anno grandi sorprese: due dei miglior play del decennio, Deron
Williams e Chris Paul, presi al numero 3 e numero 4 mentre ai primi
due posti furono scelti l' australiano Andrew Bogut e l'americano
Marvin Williams, buoni giocatori, per l'amor del cielo, ma non
cestisti statosferici. Draft non ricchissimo di talento ma comunque
pieno di giocatori solidi: Felton, Webster, Villanueva, Frye, Bynum
per citarne alcuni dei primi dieci. Ma anche Danny Granger, David
Lee, Gerald Green, Nate Robinson, Brandon Bass e Monta Ellis non sono
sicuramente da meno.
DRAFT 2006: Italia Rules
perchè per la prima volta nella storia, al numero uno venne scelto
un italiano. Andrea Bargnani infatti, ma quanto avrà influito la
presenza di Ghirardini come gm dei Raptors?, viene draftato dai
Toronto Raptors al primo posto. Be il centro cresciuto nella Benetton
Treviso, in otto anni di militanza Nba sta producendo 15 punti e 4
rimbalzi di media, numeri che sulla carta sono tutt'altro che
pessimi, ma comunque non è mai diventato una star a tutti gli
effetti. In sette anni passati con i Raptors, di cui un paio anche ai
box per vari infortuni, solo due volte è riuscito a portarli allo
post season (senza tra l'altro passare mai il primo turno) mentre
quest'anno, dove veste la mitica casacca dei Knicks, sta conducendo
la franchigia newyorkese verso uno dei punti più bassi della loro
storia. Tirando le somme Bargnani è sicuramente un buon giocatore ma
non potra mai fare quello step successivo che lo condurrà ad essere
uomo franchigia e a condurre la sua squadra verso sfolgoranti
successi.
A parte Lamarcus Aldrige,
che ultimamente sta dimostrandosi giocatore dominante, scelto col
numero 2 da Portland, i numeri 3,4 e 5 hanno avuto carriera breve e
non felice. Adam Morrison, preso al terzo posto da Charlotte,
conclusa una poco edificante esperienza tra i pro (bloccato forse
anche dai problemi di salute, è diabetico) è diventato vice
allenatore a Gonzaga; Tyrus Thomas, ex Chicago e Charlotte, è
attualmente senza squadra mentre Shelden Williams, draftato al numero
5 da Atlanta, dopo aver vestito 7 casacche diverse è finito prima in
Francia e poi in Cina in cerca di maggior fortuna.
Brandon Roy, purtroppo
ritiratosi troppo presto a causa dei problemi alle ginocchia, Randy
Foye, Rudy Gay e Rajon Rondo sono altri fenomeni provenienti da
questo draft.
DRAFT 2007: altra sfilza
di nomi interessanti: al primo posto assoluto viene chiamato Greg
Oden, arrivato in Nba come autentico crack ma che purtroppo ha dovuto
convivere con seri problemi alle ginocchia giocando veramente poco e
non esprimendo appieno le proprie potenzialità. Al numero due Kevin
Durant (tre volte miglior marcatore della regual season, 4 volte All
Star, 4 volte nel primo quintetto della stagione), mentre non sono da
scartare i vari Mike Conley, Jeff Green, Corey Brewer, Brandon Wright
e Joakim Noah. Al contrario il cinese Yi Jianlian, arrivato con
grandi aspettative, forse anche visto l' impatto di Yao Ming sulla
Lega, non è mai riuscito a sfondare tornando definitivamente nella
natia patria. Non solo lui ma anche Acie Law, Julian Wright, Al
Thornton e Sean Williams sono dovuti emigrare presto per cercare
soldi e fortuna altrove.
DRAFT 2008: anche qui
grandi giocatori ma anche grandi delusioni. La prima chiamata è per
Derrick Rose, fenomenale play di Chicago fermato però negli ultimi
due anni da guai fisici a ripetizione, al numero due invece Michael
Beasley (letteralmente devastante da ragazzo e all' università) che
ha causa di numerosi problemi comportamentali e anche per alcune
dipendenze da droga non è mai riuscito ad imporsi tra i grandi.
Anche OJ Mayo, cresciuto all' università con l' italiano David
Hackett, dopo un buon inizio in quel di Memphis, l' anno scorso ha
clamorosamente toppato a Dallas e lo sbarco a Milwaukee non è certo
un miglioramento. Russel Westbrook e Kevin Love, ex compagni a UCLA,
usciti con il numero 4 e 5 dal draft invece sono autentiche All
Stars, playmaker funanbolico e velocissimo il primo, uomo da doppia
doppia costante il secondo.
Nell' anno dello sbarco
di Danilo Gallinari, giocatore che si è costruito una solida
carriera tra i pro, anche i vari Brook Lopez, Roy Hibbert, JaVale
McGee, Serge Ibaka e George Hill hanno dimostrato le loro qualità
diventando autentici protagonisti nella Lega.
DRAFT 2009: è l' anno di
Blake Griffin, che poi salterà l' intera stagione per un problema
alla rotula, fantastico atleta (ha vinto parecchie gare delle
schiacciate) e trascinatore del Los Angeles Clippers in questi ultimi
anni. Dietro di lui una delle più grosse cantonate degli ultimi
anni. Quell' Hasheem Thabeet, centro tanzaniano, preso da Memphis ma
mai esploso. È stato infatti la più alta scelta del draft ad essere
spedito in D-League a farsi le ossa. Dopo Memphis, Houston, Portland
e Oklahoma ma mai una prestazione degna di nota e alcune performance
degne da film dell' orrore.
Talento cristallino ce
n'era poco ma i vari James Harden e Stephen Curry sono giocatori
fenomenali, per il resto buoni giocatori, Tyreke Evans, Ricky Rubio,
DeMar DeRozan, Brandon Jennings, ma non personaggi dominanti.
DRAFT 2010: nel 2010
nessun All of Famer e tanti giocatori sopravvalutati. John Wall,
scelto al primo posto, è un ottimo prospetto ma non è ancora
esploso definitivamente. Evan Turner, Derrick Favors, Wesley Johnson,
Ekpe Udoh e compagnia bella giocano in squadre di seconda fascia e
sicuramente non spostano gli equilibri. I due maggiori prospetti usciti dal
draft sono DeMarcus Cousins, gran fisico, ottimo atletismo ma anche
un carattere difficilmente gestibile e Paul George, eclettica guardia
dei formidabili Indiana Pacers di questi ultimi tempi.
DRAFT 2011: solamente
Kyre Irving, preso al numero 1 dai Cleveland Cavs, è l' unico vero
giocatore, con la g maiuscola, uscito dal draft. Derrick Williams,
Enes Kanter, Tristan Thompson, Jonas Valenciunas, Jan Vasley e
compagnia bella non sono sicuramente fenomeni. Probabilmente i
migliori di questa nidiata sono Kawhi Leonard di San Antonio (numero
15), Kenneth Faried di Denver (numero 22) e addirittura la
sessantesima e ultima scelta assoluta, quell' Isaiah Thomas che sta
trascinando i suoi Sacramento Kings dall' alto, ma sarebbe meglio
dire dal basso, dei suoi 175 cm.
DRAFT 2012: Anthony
Davis, consideratori uno dei migliori prodotti del basketball college
degli ultimi anni, scelto al primo posto da New Orleans ha avuto si
un impatto positivo (13 punti e 8 rimbalzi a partita) ma non i
numeri che tutti si aspettavano dal centro di Chicago (anche se al
suo secondo anno sta letteralmente migliorando le sue medie). Anche
il suo ex compagno di università a Kentucky, Michael
Kidd-Gilchrist,scelto da Charlotte al numero 2 non è riuscito ad
imporsi come all star anche perchè i Bobcats francamente sono uno
delle peggiori compagini della Lega. Bradley Beal e Dion Waiters
sbarcati a Washington e Cleveland hanno ampi margini di miglioramento
ma sicuramente il più stupefacente prodotto del draft è stato quel
Damian Lillard che, insieme a Aldrige, sta facendo volare Portland
verso la vetta della Western Conference.
DRAFT 2013: questa prima
parte di stagione sta dimostrando quanta pochezza c'era quest'anno.
Le prestazioni imbarazzanti di Anthony Bennet con la maglia di
Cleveland, scelto al numero 1, la dicono già lunga. I vari Otto
Porter, Cody Zeller, Alex Len', Nerlens Noel e compagnia bella stanno
costantemente in panchina e probabilmente tutti insieme faticano a
raggiungere dieci punti a partita. I soli Oladipo, agli Orlando
Magic, e Ben McLemore, a Sacramento, si stanno ritagliando un certo
spazio per il resto una incredibile serie di abbagli.